Alla fine, il divorzio è arrivato. Fidesz, il movimento politico nazionalista guidato dal premier ungherese Viktor Orbán, ha deciso di uscire dalle fila del Partito popolare europeo, la più grande famiglia politica del Parlamento Ue. La decisione è stata ufficializzata nella mattina del 3 marzo, dopo che il gruppo del Ppe all’Eurocamera ha approvato ad ampia maggioranza una revisione del regolamento che semplifica le procedure di espulsione e sospensione, permettendo fra l’altro di estromettere interi gruppi e non più solo singoli deputati.
Il premier ungherese aveva già messo in chiaro che avrebbe rotto con il Ppe in caso di via libera alla riforma, dichiarando che le regole sembravano «fatte su misura» per sanzionare Fidesz. Con lo strappo della delegazione ungherese, il Ppe perde 12 deputati e vede scendere da 187 a 175 i suoi seggi all’Eurocamera.
Orbán ha formalizzato l’addio in una lettera inviata al presidente del gruppo del Ppe al Parlamento Ue, il bavarese Manfred Weber. Gli emendamenti alle regole del Ppe sono «chiaramente ostili» a Fidesz, si legga nella lettera, e costringono il partito a «lasciare immediatamente» i popolari. "Mentre centinaia di migliaia di europei sono ricoverati in ospedale e i nostri dottori salvano vite - scrive Orbán - è estremamente deludente vedere che il gruppo Ppe è paralizzato dalle sue questioni amministrative interne e sta provando a mettere a tacere e disattivare i nostri deputati democraticamente eletti"
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