“Domenica scorsa a Miane, nel Trevigiano, centinaia di persone che si erano date appuntamento per commemorare 37 militari fascisti uccisi a Valdobbiadene nel 1945, hanno alzato le braccia nel saluto romano. Fra questi i giornali segnalano due esponenti trevigiani di Fratelli d’Italia”.
Lo denuncia in una nota, diffusa alla stampa, non un esponente di Rifondazione Comunista, né tanto meno del Partito Democratico ma Marzio Favero, consigliere regionale della Lega Salvini Premier che precisa: "quanto successo è davvero sgradevole. È comprensibile che esercitino la pietà per i morti coloro che hanno ascendenti familiari in persone che hanno militato nella Repubblica Sociale. Ciò detto, sul piano politico sono necessari dei distinguo. Carlo Bo, uno degli uomini di cultura più profondi che ha avuto il nostro Paese, nel ricordare la tragedia della guerra civile italiana che si consumò tra il settembre del 1943 e il maggio del 1945 anche con strascichi successivi, ha affermato che quando due eserciti si scontrano non esiste l’innocenza, e che sotto pressione gli uomini commettono errori e violenze gratuite. Per questo motivo il giudizio deve essere tarato sui fini che si sono perseguiti: il movimento della Resistenza lottava per la libertà e la democrazia; la Repubblica Sociale combatteva per la Germania nazista. Non solo è incomprensibile, ma è intollerabile che chi ha responsabilità politiche e rappresenta un partito che ha un peso nello scenario politico italiano all’interno dell’arco costituzionale, possa permettersi di fare il saluto romano a pochi giorni di distanza dalla Giornata della Memoria e dal Giorno del Ricordo.
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