Da qualche tempo pare che Mario Draghi abbia riscosso una enorme considerazione a destra quale principale candidato per un nuovo Governo.
Draghi rappresenta sì la persona più indicata, soprattutto in questo momento, quale interlocutore ideale con l’Unione Europea, avendo il massimo rispetto di Frau Merkel e Monsieur Macron, ma rappresenta anche colui che, per l’Unione Europea, può meglio svolgere e portare a compimento l’opera di tagli e liberalizzazioni selvagge nonchè il piano di riforme strutturali attraverso il totale ricorso al MES, imbavagliando e mettendo il cappio al collo al nostro Paese per generazioni a venire, in maniera ancora più pesante di quello che ha dovuto subire la Grecia.
Oramai il tandem Conte-Casalino non ha più le caratteristiche necessarie e utili all’UE, impantanato con i 5 stelle dei loro continui veti senza proposte concrete; servono delle alternative.
Nel centrodestra, Forza Italia spalanca le porte a Draghi premier, in sintonia con la Lega di Giorgetti, mentre Giorgia Meloni, in maniera più corretta, rimane molto cauta, se non piuttosto perplessa, poiché conosce molto bene la storia e soprattutto la provenienza del “socio” della Goldman Sachs.
A sinistra c’è molto meno entusiasmo, forse perché nei prossimi mesi ci saranno nuove nomine di cda delle partecipate e PD in testa, non mostrano molta intenzione a perdere un simile boccone o, quantomeno, doverlo andare a trattare con un Drago.
I 5stelle invece rimangono gli utili idioti facili da raggirare e polifunzionali al sistema. Dopo aver distrutto un patrimonio elettorale per manifesta I 5stelle invece rimangono gli utili idioti facili da raggirare e polifunzionali al sistema. Dopo aver distrutto un patrimonio elettorale per manifesta incapacità , ora ricorrono ad improbabili costruttori, riesumando squali prossimi alla deriva, come Mastella e Tabacci, ai quali, appena è stato fatto annusare il sapore del sangue, sono repentinamente tornati in auge. Credo che la politica italiana non ricordi cialtroni, inetti e incapaci, simili al Movimento 5 Stelle.
In questo marasma, compare sul palcoscenico, il grande ritorno del redivivo Matteo Renzi che, sebbene non sia stato in grado di portare a termine il processo di “Rinascita Nazionale”, in questi anni non ha mai smesso di tessere le sue trame, come ci racconta Piero Puschiavo, dirigente di Progetto Nazionale, movimento politico federato, da diverso tempo, con Fratelli d'Italia in un interessante articolo che potete leggere per intero cliccando qui.
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