Distinguevano tra "figli e figliastri" (a questi ultimi, come risulta dalle intercettazioni, venivano dati i "pacchi per sfigati") nel distribuire i pacchi alimentari per aiutare le famiglie messe in ginocchio dalla pandemia. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vercelli ha disposto l'arresto per il di San Germano Vercellese, comune di poco più di 1500 abitanti della provincia di Vercelli Michela Rosetta, esponente della Lega già nota per le sue iniziative anti-migranti, e per il consigliere comunale, nonché ex assessore, Giorgio Carando.
Ad entrambi, questa mattina, i carabinieri della compagnia di Vercelli hanno notificato l'ordine di misura cautelare ai domiciliari. Altre tre le misure cautelari disposte dal pubblico ministero Davide Pretti: per Maurizio Bosco, consigliere comunale ed ex vicesindaco è stato disposto l'obbligo di firma, stessa misura per un dipendente comunale di 62 anni e un altro cittadino di 49.
Le accuse sono, a vario titolo, peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d'ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale.
Il sindaco è anche accusato di aver discriminato una donna musulmana che aveva chiesto che nei pacchi alimentari non le fossero inviati prodotti che lei e la sua famiglia non potevano consumare per motivi religiosi: quella richiesta l'aveva fatta finire in fondo alla lista delle famiglie da aiutare, la sua documentazione era stata distrutta e la donna non aveva più ricevuto i pacchi. Per questo il tribunale contesta a Rosetta l'aggravante della discriminazione e odio razziale.
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