Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbi ad interpretazione alcuna, quelle pronunciate da Laura Boldrini, ex presidente della Camera dei Deputati, deputato del Partito Democratico in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Il punto della questione, precisa Boldrini, è il mio nome associato ai crimini commessi dai migranti, come se io avessi la responsabilità di quelle azioni delinquenziali. Nel 2013, l'anno in cui ho assunto la presidenza della Camera, la Lega era un partito in frantumi, al 4% dei consensi e Salvini per risollevarne le sorti decise di scagliarsi contro i migranti e aveva anche bisogno di un capro espiatorio politico.
Io, ricorda il deputato democratico, aveva lavorato 15 anni all'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati. Salvini e la Lega inventarono una narrazione distorta del mio pensiero sull'immigrazione, sostenendo che io volevo l'invasione degli immigrati, la sostituzione etnica, una immigrazione indiscriminata. Poi arrivano alla sintesi con un slogan che non ha mai smesso di perseguitarmi: le risorse boldriniane. Avevo parlato di immigrati come risorse come avevano fatto anche Mattarella, Visco, Tito Boeri.
Con questo slogan, ricorda Boldrini, Salvini e la Lega hanno invaso i sociali con violenza e volgarità. Hanno attribuito indirettamente a me la colpa di omicidi, anche quelli più efferati perpetrati dagli immigrati come quelli di Desire Mariottini e Pamela Mastropietro.
Una macchina dell'odio cosi potente e persuasiva, conclude Boldrini, che l'ingegnere che ho incaricato per acquisire e analizzare i post sui sociali ha detto di non aver mai visto nulla di simile.
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