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domenica 8 novembre 2020

Zaia, con il governo manca il confronto. Ci diano l'autonomia, i cittadini giudicheranno



Sono le Regioni ad avere i pazienti sull’uscio di casa, non il governo, dunque dobbiamo essere ascoltati. Ciò detto, ripeto: l’autonomia è vera assunzione di responsabilità. Ce la diano, poi ciascun cittadino giudicherà".
Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbi ad interpretazione alcuna, quelle pronunciate da Luca Zaia, presidente della Regione Veneto ed esponente di primo piano della Lega nel corso di una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano per numero di copie vendute.
Io, ricorda Zaia, in merito alle accuse dei presidenti di Regione di invocare l'autonomia quando le cose vanno bene e rimettere al governo le decisioni impopolari, ho messo la firma sul provvedimento che ha creato la prima zona rossa d'Italia, a Vo. Io ho fermato il carnevale di Venezia. Di che parliamo? La verità è un'altra: vanno definite competenze certe perché la prima l fonte di confusione sono proprio i DPCM, che dove fa comodo impongono, dove non
fa comodo delegano a governatori e sindaci".
In merito all’appello all’unità del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Zaia sottolinea: "sono sempre stato rispettoso del dialogo, anche quando questo era difficilmente sostenibile, per non dire imbarazzante. L’unità però non può prescindere dalla condivisione del percorso. Non è che uno indica la via e tutti gli altri devono accodarsi".
 Il Veneto, ricorda il governatore Zaia,"è regione ’gialla’, dunque potrei starmene zitto, non ho rivendicazioni. Ma il problema esiste: nate come strumento di analisi per le Regioni, le fasce sono diventate nottetempo un sistema di classificazione dei territori. Erano un aiuto, si sono trasformate in un giudizio, con un punto debole: manca il contraddittorio tra le parti. Da lì nasce il conflitto".
Certo che è stato chiesto un confronto, spiega ancora Zaia: "vogliamo ch ealcuni parametri siano migliorati. L’incidenza dei positivi sul numero dei tamponi, ad esempio, non tiene minimamente conto dei testi rapidi. In Veneto ne facciamo 10 mila al giorno, come si fa a non inserirli nella base di calcolo? 
Come vede, conclude Zaia, non parliamo di una formula matematica dall’esito infallibile, ci sono ampi margini di discrezionalità?

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