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giovedì 5 novembre 2020

Calabria zona rossa? Il leghista Spirlì impugna la decisione del governo


“Mi ha chiamato il ministro Speranza e mi ha confermato che la regione da venerdì sarà zona rossa. Impugnerò la decisione del governo. Utilizzeremo tutti gli strumenti legali e la vera sorpresa sarà questa. Dimostreremo che la Calabria non lo merita, ma lo faremo in maniera civile, composta. Lo prometto“.
Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbi ad interpretazione alcune, quelle pronunciate da Nino Spirlì vice presidente della regione Calabria, in una intervista rilasciata al quotidiano Il Foglio.
L'esponente leghista precisa: i nostri contagi non giustificano quella misura cosi estrema. La Calabria chiude, ma così la Calabria. L'indirizzo non solo è ingiustificato, ma non si motiva neppure secondo i 21 parametri che il governo ha individuato. Non si può punire una regione che, durante la prima fase, ha rispettato correttamente le misure. Chiudere è doloroso ma per la Calabria significa la fame.
Nella regione, insiste Spirlì, i posti occupati in terapia intensiva sono al momento il 6% (“e la soglia che fa scattare la chiusura è il 30%“) e quelli di area medica il 16% (“anche qui siamo al di sotto“).se. Nessuno sottovaluta la pandemia. La Calabria ha una sanità commissariata e commissariate sono le Asp. Le guidano emissari spediti dal ministero della Sanità. Il ‘decreto Calabria’, firmato ieri, riconosce, e lo mette nero su bianco, il fallimento dell’ultimo commissariamento. Lo ha scritto sempre ieri l’esecutivo: nel nostro fallimento c’è anche il fallimento del governo“.
“Non si può stabilire la chiusura di una regione, conclude Spirlì, con un sistema tanto macchinoso. Serve un sistema meno farraginoso dei 21 parametri.

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