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lunedì 12 ottobre 2020

Sovranisti, liberali, popolari ? Così la Lega si prepara al bivio di Bruxelles

Martedì 13 ottobre alle re 12 il segretario federale Matteo Salvini, insieme con il responsabile degli esteri Giancarlo Giorgetti incontrerà i 28 deputati europei. All'ordine del giorno c'è il posizionamento europeo della Lega, che dopo l'addio del deputato pugliese Andrea Caroppo ha perso il primato del gruppo più numero al Parlamento Europeo. Primato conquistato, in solitaria dalla Cdu di Angela Merkel forza trainante del Partito Popolare Europeo grazie ai suoi 29 eletti.
Diciamo la verità: il gruppo Identità e Democrazia va stretto a molti leghisti. Il quotidiano La Repubblica nel suo numero domenicale riportava le affermazioni di un leghista che ha confidato, volendo rimanere anonimo: non importa le proposte di legge che fai, contra l'origine. Il marchio Identità e Democrazia non piace quindi al Parlamento Europeo non passa nulla di ciò che la Lega propone, a prescindere dal merito. Nonostante i 29 eurodeputati, divenuti 28, la Lega non ha neanche una vice presidenza di commissione. A finire sul banco dei deputati è Marco Zanni, il capo gruppo che non è stato capace di strappare una nomina alla maggioranza di Ursula von der Leyen.
Un obiettivo clamorosamente fallito ed ecco perché i leghisti non contano più nulla.
L'ipotesi di passare ai conservatori e riformisti europei è esclusa: sarebbe un segnale di debolezza visto che da qualche settimana a capo di quel gruppo c'è Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia.
Un immediato passaggio al Partito popolare europeo significherebbe, invece, disconoscere la linea che Salvini continua a difendere seppur stia aprendo a una nuova impostazione della Lega, da populista a popolare.
Prende ipotesi un passaggio al Misto. Una mossa che costringe comunque all'irrilevanza la Lega, ma sarebbe un purgatorio prima di entrare in un paradiso chiamato Partito Popolare Europeo.
Visto che Salvini vuole fare la rivoluzione liberale, dopo aver appreso e compreso gli insegnamenti di Marcello Pera la scelta di entrare nella grande famiglia dei liberali europei potrebbe essere un'altra opportunità.








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