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sabato 17 ottobre 2020

Ettore De Conciliis: ho lasciato la Lega perché al Sud è un non partito




Nei giorni scorsi, insieme al senatore Claudio Barbaro anche l'avvocato Ettore De Conciliis, storico riferimento della destra sociale ad Avellino e provincia, già segretario regionale del Movimento nazionale per la sovranità aveva annunciato il proprio addio alla Lega.Ora, a boccia ferme, dalla sua pagina Facebook, in un lungo post che pubblichiamo parzialmente spiega il perché di questo addio.


Ho lasciato la Lega perché essa, a sud del Po è un "NON-PARTITO", quantomeno al di sotto dell'Arno, per non parlare di quanto ci sia a mezzogiorno del Tevere. È prova il fatto stesso che, in una regione come la Campania, non esista neanche astrattamente la possibilità di fare la tessera "militante" ma solo quella di semplice "sostenitore": la Lega non consente una cittadinanza partecipe ai propri iscritti, che difatti non possono nè celebrare nè partecipare a congressi o assemblee elettive ma solo battere le mani. Tutte le gerarchie interne sono frutto di nomina, tutti i quadri dirigenti vengono cooptati attraverso criteri che premiano la ubbidienza, la pedissequità, la sottomissione. Come una caserma, infatti, esiste un gruppo di ufficiali superiori che risiede al Comando Generale di via Bellerio e una ristretta sequela di ufficiali di minor rango che è eletta sul territorio; dopodichè i loro attendenti e sottufficiali, individuati solo fra i fedelissimi, e poi una truppa di subalterni cui non è concesso pensiero autonomo, meno che mai critico.
Ne si vuole la prova? Tutte le segreterie provinciali e quella regionale campana sono dirette da nominati, e tutti i suddetti nominati sanno che possono essere rimossi, sostituiti o esiliati da un momento all'altro. Non basta? La Lega fa una figura di cioccolata colossale alle Regionali, ma siccome Molteni dice che è stato un risultato "storico" eleggere consiglieri in Campania, tutti a battere le manine. Non basta ancora? Ad Avellino il risultato è stato imbarazzante, ma siccome Pepe ha espresso la sua "soddisfazione" perchè la Lega è il primo Partito del Centrodestra, tutti sono felici e contenti. Domani al posto del segretario provinciale di turno ne sarà nominato un altro più fedele, nella scomposta logica di una intercambiabilità della classe dirigente, o al posto dell'onorevole attuale ne sarà candidato un altro più ubbidiente, ma sarà tutto uguale a prima: i bravi militanti potranno solo battere le mani, riempire pullman, fare numero nelle sale. Per carità, questa è la mia sensazione, ma non mi sembra che ci sia qualcuno che possa dimostrarmi il contrario.
La Lega l'ho conosciuta ad Avellino, per la mia dedizione militante, ma ho avuto modo di vederla anche da un'altra angolazione: il Gruppo Parlamentare al Senato. In tutta sincerità, pur avendone condiviso il progetto (almeno fino alla recente "rivoluzione liberale"), non posso in nessun modo condividerne le metodologie, le prassi, le pratiche. Sono dispiaciuto di aver lasciato il mio mondo di provenienza per aver seguito questa strada che si è rivelata inadeguata, per certi versi velenosa, tossica, putrescente.
Sarò brusco, me ne dispiace perchè non è nel mio stile, ma quando bisogna fare un chiarimento pubblico come questo le cose vanno dette con franchezza. Agli amici irpini rimasti dentro la Lega e mossi da buonafede e accorato convincimento chiedo: ma veramente pensate che sia un Partito quello che vi hanno confezionato addosso? È ormai un anno che c'è un commissario esterno, quando pensate che sia il momento che "vi faranno scegliere", riconoscendovi maturità e capacità di autogoverno, il vostro segretario provinciale? Non vi dispiace che non ci sia una direzione provinciale composta da dirigenti autenticamente rappresentativi del territorio, competenti e professionali negli incarichi che assumono? Perchè non si convocano riunioni, incontri, confronti, approfondimenti dei dipartimenti tematici, assemblee degli eletti, conferenze dei responsabili comunali? Vi rendete conto che un Partito è un segmento della DEMOCRAZIA e che, se esso per primo non sa praticarla al proprio interno, non può essere all'altezza di esserne un soggetto autorevole?
Forse la mia interpretazione è pur condizionata dalla vicenda che mi ha riguardato, ma a me sembra che il Lucano comanda, un paio di suoi nominati provvedono alla esecuzione, qualcuno "si agita" per guadagnarsi un posto nelle grazie del commissario e per tutti gli altri non c'è che da obbedire o autoescludersi... non è così? A me pare così, ma ammetto che sono mesi che non la vivo dal di dentro e posso sbagliarmi... del resto mi è stato inibito finanche di salire sulla sede della segreteria provinciale, non è colpa mia se mi sia sfuggito qualche particolare o qualche eccezione.
Anzi, una eccezione c'è, ed essa non mi sfugge: il sen. Ugo Grassi. Il suo ingresso nel Partito ha coinciso con il mio allontanamento, quindi mi sono perso, per mia fortuna, i suoi -di sicuro- formidabili interventi, il suo contributo di pensiero, le sue analisi e le sue proposte; ma una cosa mi è comunque chiara: voti non ne ha, è evidente. Non ne aveva quando è stato eletto con il M5S e continua a non averne oggi dopo metà mandato a Palazzo Madama. Non è così? Mi fate vedere in quale comune, in quale zona, in quale quartiere, in quale contrada della provincia di Avellino il consenso della Lega è aumentato dopo l'ingresso del nuovo senatore??? Di quanto si è arricchita la comunità leghista d'Irpinia dopo l'avvento dell'illustre professore ex grillino? Quanti consiglieri comunali sono passati con la Lega perchè avvicinati da Grassi? Quanti ha contribuito a farne eleggere in questa tornata? Come contribuirà il sen. Grassi alla composizione della prossima lista della Lega alle elezioni Provinciali? Vista la sua importante indennità di funzione, almeno, elargisce un po' di contributi alle sezioni locali??? Oltre ad essere un altro a cui battere le mani, questo senatore che fa per voi? Interrogazioni parlamentari? No, non mi pare, ne ha prodotte solo 4 da inizio mandato. Proposte di legge, interventi, mozioni, ordini del giorno per il nostro specifico territorio? È presente con segreterie politiche e collaboratori? Quindi? Non proviene da una tradizione militante affine, non ha consenso e radicamento, non produce atti parlamentari per il territorio, non è presente nè strutturato eppure, da uscente, sarà probabilmente ricandidato, e da parlamentare in carica, oggi fa il vice-re, quando Pepe tornerà a Tolve (se tornerà a Tolve e non resterà qui per una seconda candidatura di sicurezza), assumerà il controllo della segreteria provinciale. Non è così? Vedremo.
Ecco, io in un Partito così non ci sono più voluto rimanere.
Anche il sen. Barbaro è andato via, come pure aveva fatto, poco prima, l'europarlamentare Caroppo e come, vi anticipo, faranno altri eletti a breve. Appare che io me ne sia andato insieme al sen. Claudio Barbaro, ma la verità è speculare: io sono rimasto fino ad ora per Claudio, non me ne sono solo andato via insieme a lui.
Ho aspettato che, finalmente, pure il sen. Barbaro decidesse di lasciare questo Partito che, anche e specialmente con lui, si è dimostrato insensibile fino alla scostumatezza bifolca. Non ho voluto formalizzare prima la mia decisione, che tanto nei fatti era evidente, nel rispetto infinito che mi lega a lui, alla sua storia politica, alla sua rappresentatività complessiva nel nostro mondo.
La Lega è stata, oggettivamente, scomposta nel non riconoscere il valore, la qualità, la cultura, la competenza e la capacità del sen. Barbaro, e per di più non ha capito rilevanza strategica della realtà associazionistica che egli rappresenta. Un errore politico gravissimo. E gli errori, come si vede dai numeri, si pagano.
Cosa farò adesso? Non lo so. Ma di certo mi sono liberato di un legame penoso che, almeno in teoria, avevo con un Partito nel quale non potevo più nè riconoscermi nè dare alcun contributo. Chi vuole può tenersi Grassi, Pepe, Molteni e chi più verrà a farsi battere mani.

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