Secondo l'esponente leghista, per prevenire questa seconda ondata di Covid, da maggio a settembre, il governo poteva controllare gli ingressi alle frontiere, potenziare i mezzi di trasporto aerei su ferro e su gomma, imponendo alle Regioni di integrare questi ultimi con gli autobus dei privati che ormai lavorano pochissimo.
Delle code chilometriche per i tamponi a Roma e Napoli? Della mancanza di medici e posti letto in Campania e Lazio? Si doveva lavorare, insiste Calderoli, per scaglionare gli ingressi nelle metropolitane. Si potevano acquistare i macchinari per allestire, in caso di scontato bisogno, dei reparti più ampi di terapia intensiva, cosa che hanno fatto solo le Regioni del Nord.
Tutte misure, conclude Calderoli, che avevano un costo, ma il governo era distratto da altro.
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