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sabato 19 settembre 2020

Regionali 2020 la doppia sfida di Salvini

La doppia sfida di Matteo Salvini, quella all’interno del partito e quella dentro il centrodestra. Nella prima serata di lunedì comprenderemo se il leader della Lega sarà colui che guiderà la coalizione di centro destra o dovrà vedersela con Giorgia Meloni, leader indiscussa di Fratelli d'Italia. L'appuntamento elettorale delle sette regioni chiamate al voto è la prova più insidiosa tra quelle che in questi anni ha dovuto affrontare il segretario leghista.
Per amore della verità il leader leghista ha avuto successo in tutte le consultazioni regionali che si sono svolte negli ultimi anni, anche nel Meridione d'Italia, ma ha perso in Emilia Romagna, la prima battaglia elettorale dopo il disastro del Papeete e la richiesta dei pieni poteri.
Dopo il tonfo in Emilia Romagna, la stella di Salvini è un po' appannata, il consenso personale è in calo, le rivalità con Giancarlo Giorgetti e con Luca Zaia non aiutano, il protagonismo politico e mediatico di Giorgia Meloni lo preoccupa. Anche all'interno della Lega sono davvero in tanti quelli che criticano la gestione di Matteo Salvini a cominciare dalla spartizione delle candidatura con gli alleati di centro destra.
Ci siamo presi una regione, sostengono i leghisti, il Veneto che è la terra di Zaia, della Liga Veneta non certo del Carroccio e ci siamo presi la Toscana, dove la partita è davvero difficile. La Meloni puntando invece sulla Puglia e sulle Marche è stata più furba di noi.
Infatti, sono queste due regioni, sondaggi alla mano, a rischio per il centro sinistra e che fanno ben sperare Raffaele Fitto e Francesco Aquaroli.
Il candidato governatore delle Marche, scelto da Fratelli d'Italia, in caso di vittoria, c
onquisterebbe il governo di un territorio storicamente rosso. Sarebbe una vittoria clamorosa oltre che storica.
Se
 Fratelli d'Italia vincesse in entrambe le regioni, dopo aver registrato una continua e costante crescita di consensi negli ultimi mesi, sondaggi alla mano, Giorgia Meloni potrebbe essere considerata la vera vincitrice di queste regione e si presenterebbe con grande forza agli appuntamenti elettorali del 2021, chiedendo magari le candidature a sindaco di Napoli e Roma.
La Toscana sarà decisiva per le sorti di Salvini. Se la sua candidata Susanna Ceccardi dovesse farcela nessuno potrebbe mettere in discussione la leadership del segretario leghista. Sarebbe un risultato clamoroso per questo motivo l'ex ministro dell'Interno del governo giallo-verde sta facendo una campagna elettorale, palmo a palmo, più moderata nei toni, lontana mille miglia dai citofoni e dagli attacchi a muso duro evitando gli errori commessi in Emilia Romagna.
Il leader leghista, forse consigliato da Giorgetti, si è spinto in discorsi quasi europeisti sostenendo che i soldi del Recovery Fund possono tornare utili alla Toscana.
Comunque ancora poche ore, lunedì sera si decide, per Salvini, se comincia la resurrezione o se la maledizione del Papeete e della richiesta dei pieni poteri continua ad inseguirlo. Da ciò dipenderanno i futuri equilibri dell'italico centro destra.















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