"Questo governo, e gli organi di sottogoverno non fanno eccezione, ci ha abituato a un attaccamento direi viscerale alle poltrone. Difficilmente qualcuno lascerà , anche di fronte a uno scandalo".
Questa l’opinione di Claudio Durigon sulla richiesta di dimissioni al presidente dell’Inps Pasquale Tridico. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, l’ex sottosegretario al Lavoro del governo giallo verde ed esponente di primo piano della Lega distingue: noi pensiamo che Tridico debba lasciare, ma non perché si sia aumentato lo stipendio, ma per la gestione folle dell’Inps in questi mesi. L’Istituto avrebbe dovuto pagare la Cassa integrazione entro il 14 aprile, ci sono lavoratori che ancora attendono. I responsabili dovrebbero andar via per questo.La nota del ministero del Lavoro che apriva all’aumento fino a 150 mila euro per lo stipendio di Tridico, precisa Durigon, "era stata predisposta dall'ufficio di gabinetto del ministro del Lavoro Di Maio e dell’Economia, all'epoca Tria. Io non ne ho mai saputo nulla. E ho il sospetto che il provvedimento si riferisse alla carica di commissario: il Cda non esisteva. Mai vista quella nota. Di un’altra cosa invece sono certo: nel luglio 2019 erano state decise le nomine dei Cda di Inps e Inail, siglate da Di Maio e da Tria.Sono approdatealla Presidenza del Consiglio, ma si è aperta la crisi di governo e la successiva battaglia Pd-M5S per la spartizione ha congelato l’intera partita fino al febbraio 2020’.
Sul fatto che il premier non sapesse nulla dell’aumento, ritengo, conclude Duringon, che qualcuno a Palazzo Chigi sapesse . C’è sempre l’avallo della Presidenza su una misura del genere. Penso che i 60 mila euro ad appannaggio finora della presidenza Inps non siano adeguati. Ma non può sostenere di essere estraneo alla misura: ha dovuto trovare lui le risorse interne per gli aumenti.
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