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martedì 1 settembre 2020

Amministrative 2020, la Lega in Campania è un partito fantasma


"Oggi è l'inizio di un bellissimo percorso" Siamo nel 2019 ed il fatto che la Lega sia un movimento nazionale mi sembra chiaro ed evidente". Cosi disse Matteo Salvini il 21 dicembre 2019 salendo sul palco della sala dei Congressi dell'Hotel Da Vinci, a Milano, mettendo una pietra tombale su trent'anni di storia politica della Lega.
Quasi un anno dopo, il progetto della Lega, come partito nazionale, sicuramente non è morto, ma non gode di buona salute. Non è bastato mettere in soffitta i matrimoni con rito celtico, le ampolle dove erano tenute le sacre acque del "Dio Po", i cori contro i meridionali, napoletani in primis, il celodurismo tanto caro al senatur Umberto Bossi.
Alle scorse europee, grazie ad una indovinata campagna elettorale, la Lega era riuscita nell'impresa di diventare il secondo partito nel collegio elettorale Sud che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia grazie al voto di 1.285.329 di meridionali pari al 23,46%, secondi solo al Movimento Cinque Stelle.
Un risultato davvero clamoroso se pensiamo che la Lega, in diverse zone del Meridione d'Italia era vista come una specie di ufo, di oggetto non ancora identificato, come l'Abruzzo, il Molise, la Calabria, mentre a Napoli era considerato un partito da odiare, anche in relazione alle infelici uscite su Napoli ed i napoletani di molti dirigenti leghisti, da Bossi a Borghezio, passando anche per Salvini.
Oggi la Lega Nord non esiste, teoricamente più. Esiste la Lega Salvini Premier, un nuovo partito, che non ha attecchito granché al centro sud. D'altronde basta analizzare in quanti comuni il partito è riuscito a presentarsi, con una propria lista, alle prossime elezioni amministrative del 20-21 settembre. 
Un risultato al di là delle più funeste aspettative: su 372 comuni delle 8 regioni del Centro Sud, il simbolo della Lega Salvini Premier compare solo in 36 città, meno del 10%, segno di una evidente mancanza di radicamento sul territorio.
Nel Meridione d'Italia, in Campania, anche grazie alla politica dei commissariamenti, imposta da via Bellerio, è un partito fantasma. Infatti su 85 comuni chiamati al voto amministrativo la Lega è riuscita a presentare il proprio simbolo in soli 5 comuni: Giugliano in Campania (Na), Ariano Irpino(Av), San Nicola La Strada(Ce), Pagani e Cava dei Tirreni (Sa).
In provincia di Benevento i dirigenti locali della Lega non sono stati in grado di organizzare nessuna lista in nessun comune, nonostante Benevento e provincia rappresenti il feudo elettorale di Clemente Mastella, acerrimo nemico del leader leghista.
Anche ad Avellino e provincia, per merito del senatore Pasquale Pepe, commissario provinciale, sostengono gli ex leghisti, il Carroccio non è presente in nessun comune.
Il dato che pesa di più è la quasi totale assenza della Lega nell'area metropolitana di Napoli, patria dei Cesaro, scomunicati dal leader leghista Salvini che è riuscito nell'impresa di non far candidare il giovane Armando, che presenta una sola lista a Giugliano in Campania.
Oltre alla difficoltà di presentare proprie liste nei comuni, Matteo Salvini al sud ha un grosso problema di qualità della classe dirigente. Per presentare candidati alle regionali in Campania, ha dovuto fare di necessità virtù, per cui sono stati candidati nelle liste della Lega esponenti della vecchia Democrazia Cristiana e dei partiti post dc, come il caso di Severino Nappi a Napoli e Giampiero Zinzi, ed anche candidati provenienti dall'estrema sinistra come il caso di Dante Santoro, consigliere comunale e provinciale di Salerno, già esponente di Dema, il partito familistico di Luigi De Magistris e dell'ex sindaco grillino di Quarto Rosa Capuozzo, che dopo aver aderito ad Italia in Comune ed aver subito una fascinazione per Fratelli d'Italia ora è diventata leghista.







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