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lunedì 10 agosto 2020

Mercogliano(Pdf): altro che sportelli arcobaleno il comune di Napoli pensi alle 20 mila famiglie senza casa

Pronti ad aprire sportelli arcobaleno, cosi titola Il Roma, storico quotidiano partenopeo annunciando ai suoi lettori l'idea forza di Paolo De Luca, presidente della V municipalità di napoli eletto nelle file degli arancioni del sindaco Luigi De Magistris ora approdato ad Italia Viva, movimento politico per il quale sarà candidato alle prossime elezioni regionali.
L'apertura degli sportelli arcobaleno non trova però il gradimento del Popolo della Famiglia, formazione politica cattolica come dimostra questa nota, diffusa alla stampa, da Luigi Mercogliano che pubblichiamo integralmente dove si richiede più attenzione da parte del comune di Napoli nei confronti delle famiglie che non hanno un tetto su cui dormire.

L'avevamo denunciato e sta già accedendo: la legge sulle discriminazioni di genere approvata lo scorso 5 agosto dal Consiglio regionale della Campania è soltanto un marchettone pre elettorale che serve alla maggioranza di centrosinistra per dare un po' di soldi pubblici dei contribuenti alle associazioni del mondo LGBT affinché tengano bene a mente che il prossimo 20 e 21 settembre si vota.
Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbi ad interpretazione alcuna, quelle pronunciate da Luigi Mercogliano, già candidato a sindaco di Napoli per il Popolo della Famiglia alle amministrative del 2016 ed esponente di primo piano del movimento politico guidato da Mario Adinolfi che precisa: ma non ci sono soltanto le associazioni del mondo omosessuale a guardare con favore a questa nuova norma.
Delle opportunità che questa nuova legge mette a bando, infatti, vogliono approfittare anche quegli esponenti, come il Presidente della V Municipalità cittadina (Vomero-Arenella) Paolo De Luca che ha aderito di recente a Italia Viva, che stanno già pensando alle comunali di Napoli 2021 e intravedono in questa legge un'occasione per il territorio di propria pertinenza.
Tant'è che giustamente il Presidente della Municipalità collinare di Napoli ne rivendica l'approvazione come il "frutto dell'impegno quotidiano delle tante associazioni che anche nella zona collinare operano da anni con i loro progetti".
Attenzione, perché quando la sinistra parla di "progetti" non lo fa senza avere chiara l'articolazione territoriale e la ramificazione capillare da mettere in campo.
Per la sinistra, da sempre, ricorda Mercogliano, il progetto significa clientele, che si trasformano in opportunità sul tettitorio, che si trasformano in voti.
L'organizzazione è più o meno questa: un'associazione, sostenuta dal politico di zona che sa dove mettere le mani negli uffici che contano e come predisporre gli incartamenti - presenta un progetto per accendere ai bandi pubblici. Il progetto, in questo caso, prevede uno sportello arcobaleno sul territorio. Questo significa che il Comune o la Municipalità mettono a disposizione un bene di proprietà che viene destinato a sportello anti-violenza. Una cosa simile ai palazzi che il Comune ha messo a disposizione per anni e ancora adesso ai centri sociali delle sinistre antagoniste, che sono nei fatti diventati le sedi operative di alcuni dei partiti della maggioranza al Comune di Napoli.
Ma qualcuno ci dovrà pur stare nello sportello, o no?
E allora, continua Mercogliano, entra in gioco un consulente del lavoro che suggerisce un paio di contrattini co.co.co. o a progetto part time a 4 ore giornaliere, magari con la collaborazione dell'agenzia interinale indicata dal sindacato di riferimento. Ricordate che in ogni progetto che si rispetti un sindacato di riferimento ci deve sempre stare. Uno dei due 'sportellisti' ovviamente dev'essere una donna, nel rispetto delle quote rosa e delle istanze del femminismo militante. L'altro, meglio se immigrato, così si abbracciano più problematiche sociali e più aspetti della rivendicazione sindacale, che un tempo era il lavoro, oggi sono i diritti civili del mondo LGBT e l'accoglienza e l'inclusione degli immigrati.
In questo modo, precisa Mercogliano, si prendono tre, ma che dico tre, tanti piccioni con una sola fava: si mettono a lavorare due ragazzi, uno indicato dal politico locale, l'altro dal sindacato. Poi si fa lavorare l'agenzia internale indicata dal segretario sindacale al quale, per dare un senso all'azione della misura sul tettitorio, si lascia indicare il nome dell'immigrato tramite lo sportello immigrazione del sindacato. Ed infine si accontenta con un po' di prebende anche l'associazione arcobaleno che avrà altri spazi dove poter fare incontri dibattiti e conferenze in salsa gender friendly. Tutto regolare, sia chiaro. Tutto lecito, si intenda.
A cominciare dal ruolo del Presidente della Municipalità, che in questo quadro non commette alcun reato ma rivendica soltanto politicamente a mezzo stampa un ruolo centrale della sua Municipalità nell'iter di approvazione della legge - cosa pienamente legittima - e auspica con le sue dichiarazioni che gli sportelli arcobaleno che saranno aperti siano situati nel territorio istituzionale del quale è rappresentante.
Se poi qualche locale che ricade in quel territorio sarà destinato allo sportello arcobaleno dopo che un'associazione ne avrà fatto richiesta, anche in questo non c'è alcuna violazione della legge.
Ricordiamoci, però, cari compagni che l'art.47 della Costituzione italiana tutela il diritto all'abitare e che a Napoli ci siano circa 30 mila alloggi di edilizia popolare di cui soltanto un terzo è assegnato a famiglie bisognose secondo procedura di legge.
Bene, a fronte di questi dati, c'è ancora un numero enorme pari a circa 20 mila famiglie che aspettano l'assegnazione di una casa popolare per vivere in condizioni minime di dignità. Il Comune di Napoli ha una capacità di evadere queste pratiche misurata in 500 pratiche all'anno. Fatevi due conti e capirete quanto tempo occorre al Comune, con questi ritmi, per evadere le quasi ventimila domande ancora giacenti.
E chi se ne frega se in quell'appartamento ci poteva andare una famiglia numerosa e senza lavoro, magari con qualche disabile all'interno, che attende da anni l'alloggio popolare!
E chi se ne frega se con quei soldi si potevano risollevare le sorti di qualche impresa in crisi o di qualche famiglia alla canna del gas!
Noi del Popolo della Famiglia l'avevamo detto che sarebbe stata soltanto una manovra per elettorale per ingraziarsi le associazioni amiche.
Ma abbiamo sottovalutato il fatto che a mettere gli occhi sui soldi pubblici che quella legge mette a disposizione non ci fossero soltanto le associazioni LGBT e che l'interesse non fosse circoscritto alle sole elezioni regionali. Ci sono infatti anche le amministrative napoletane della primavera 2021 e l'occasione è ghiotta per tutti.
Avanti un altro, i soldi ci sono ed è un peccato lasciarli ad altri. E chi se ne frega, tanto paga pantalone!

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