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martedì 4 agosto 2020

Lega, nonostante i malumori Giorgetti resta in campo: io gioco in porta Salvini è il centravanti


"Il governo? Durerà fino a quando coloro che vogliono fare i presidenti della Repubblica non decideranno di liquidarlo". Parole chiare, quelle pronunciate da Giancarlo Giorgetti intervistato da Maria Latella alla festa della Lega in quel di Cervia.

Il numero 2 del partito lo dice chiaramente, le possibilità di un governissimo stanno a zero: "io sono stato il propugnatore della possibilità che tutte le forze responsabili si mettessero al servizio del bene comune", ma questa responsabilità è stata snobbata e il governo si sente forte anche dei poteri internazionali. Ma quando «tra qualche mese gli italiani subiranno i danni di questo atteggiamento, che cosa dovremo dire? Che qualcuno non ha saputo cogliere il momento storico». L’ex sottosegretario parla anche di legge elettorale: «Quello che va evitato è il ritorno a un proporzionale puro in cui partiti malconci fanno nascere e morire i governi nel Palazzo. Questo Paese ha bisogno di qualcuno non dico con i pieni poteri… anche se quando lo dice Salvini è un dramma è quando lo fa Conte tutto va bene».

Sui sondaggi in calo della Lega, è ottimista: "i sondaggi saranno le Regionali. Se vinciamo noi, il governo ne dovrà prendere atto". Il vicesegretario leghista, alla fine, a Cervia è intervenuto. Sia pure in video collegamento. Nessun caso Giorgetti, a sentire i leghisti: rappresentava la Lega a una cerimonia importante come l’inaugurazione del ponte San Giorgio. Vero. Così come è vero che Giorgetti è stato lo stratega per la Lega delle due ultime partite politiche significative, quella per arrivare al rinvio della legge elettorale e, nelle ultime ore, quella sulle preferenze di genere. Insomma, sarebbe falso che il vice di Salvini si sia messo da solo in stand by. È lui stesso a tratteggiare il suo carattere: "C’è chi è centravanti e chi gioca in porta, io fin da bambino mi sono messo in porta" Solo in un caso, ha detto, lascerebbe la Lega: "se Salvini rinunciasse alla ragione per cui sono entrato, il principio di autodeterminazione dei popoli, ma Salvini non rinuncia"

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