Mille ottocento euro. Di questo si tratta. In un'Italia in mutande, non solo per il solleone, una canea si agita per mille otto cento euro. Abbiamo perduto l'asino del benessere con tutto il suo carico e ce ne andiamo in smanie per l'ammanco di mille ottocento euro di bonus che tre deputati leghisti hanno chiesto all'Inps, avendone titolo, come previsto dai Decreti Cura Italia e Rilancio nati per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la pandemia.
Una brutta storia che vede protagonisti 5 esponenti politici di 3 diversi partiti, Lega, Movimento Cinque Stelle, che nonostante il lauto stipendio conseguito, anche durante il periodo della pandemia, hanno pensato bene di richiedere il bonus.
Una moltitudine di italiani, di destra, di centro, di sinistra, reclama a gran voce moralità . E' proprio vero che il moralismo, vizio italico, è il rifugio dei delinquenti quando neanche un ombra di sdegno si leva rispetto a ben altra casta, questa si intoccabile, e a peggiore scandalo: le scottanti rivelazioni di Palamara sui magistrati, per il quali, per fortuna nessuno chiede la Siberia come invece reclama per i 5 deputati Marco Rizzo, leader del Partito Comunista Italiano che ricorda come nella vecchia URSS i 5 approfittatori sarebbero finiti in Siberia.
E' bene ed è giusto che il popolo italiano sappia i loro nomi e cognomi, anche per non votarli più, come gridano in tanti, per non dire troppi, nelle piazze reali e virtuali del bel paese.
Per dovere di correttezza nei confronti di tutti gli italiani, al fine di consentire loro di conoscere per poi deliberare, l'Inps dovrebbe dare i nomi dei cinque, anche e soprattutto quelli che sostengono la maggioranza del premier Conte.
Altrimenti questo silenzio sui 2 deputati della maggioranza che hanno ricevuto il bonus potrebbe essere scambiato per qualcosa di brutto che si chiama regime.
Altrimenti questo silenzio sui 2 deputati della maggioranza che hanno ricevuto il bonus potrebbe essere scambiato per qualcosa di brutto che si chiama regime.
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