Per Fava, che ha chiesto di recente di poter tornare ad utilizzare il vecchio simbolo della Lega Nord, di fatto mandato in soffitta dal segretario della Lega per Salvini premier, fa bene Bossi "con la solita lucidità, a ribadire il tema della questione settentrionale".
"C’è infatti ancora bisogno, precisa Fava, di quel sindacato territoriale che per decenni, anche commettendo errori e questo Bossi lo sa, aveva rappresentato un contrappeso democratico alle voraci istanze di uno stato sempre più opprimente".
"Oggi, aggiunge Fava, manca quello, la gente ce lo chiede e Umberto col fiuto che da sempre lo caratterizza ci ricorda che quello spazio politico è ancora tutto lì. Pronto per essere nuovamente occupato da chi voglia realmente rispondere alle esigenze di quei cittadini di quella parte di Paese che tira la carretta smettendo di inseguire le esigenze di chi al contrario la sta portando a sbattere".
Secondo Fava, sostenere quindi che c'è ancora bisogno di Lega nord non è un esercizio nostalgico ma al contrario prova di sano realismo". "Salvini invece - attacca l’ex sfidante del 2017 - ha scelto di ricercare il consenso e di trovarlo in un elettorato al quale raccontare una favola per cui quota cento,
il reddito di cittadinanza, Alitalia e via di questo passo rappresentano la normalità anziché l’obbrobrio che sono".
Fava non risparmia critiche all’attuale leader della Lega: "Un popolo in larga parte ormai composto da ’parassiti’ non poteva che accogliere con entusiasmo una proposta" assistenzialista "che rappresentasse di fatto la più veloce delle scorciatoie".
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