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giovedì 4 giugno 2020

Berlusconi si smarca dai sovranisti di Lega e Fratelli d'Italia:occorre un paese unito non manifestazioni di piazza


«L'avevo detto che bisognava evitare di andare in piazza... Ora è il momento di stare uniti e di stringersi attorno alle istituzioni». Il giorno dopo la manifestazione del centrodestra contro il governo Conte divampa la polemica sugli assembramenti e i toni della protesta. Silvio Berlusconi non nasconde con i suoi di aver previsto tutto. E non nasconde il suo rammarico per un'iniziativa che rischia di diventare un boomerang, in termini di consensi, specialmente per Forza Italia, la forza più moderata ed europeista del centro destra a trazione sovranista.
 Consapevole di questo, il Cavaliere si smarca ancora una volta dagli alleati e lancia un messaggio al capo dello Stato, Sergio Mattarella, accogliendo l'appello al dialogo tra maggioranza e opposizione lanciato dal Colle per la ricostruzione post-Covid. «Serve un grande scatto, un'assunzione di responsabilità», attraverso «un dialogo costruttivo», come «quello che consentì all'Italia di risollevarsi nel dopoguerra», scrive il leader azzurro, che invoca un clima di unità nazionale («Il Paese deve essere unito, bisogna mettere insieme le migliori energie per sedersi intorno a un tavolo e costruire un progetto comune che guardi al futuro, alla rinascita»), che suona come preludio di future larghe intese.
Una mossa, che va letta  come un tenersi le mani libere e una chiara presa di distanza da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Erano in troppi, doveva essere una manifestazione simbolica, va ripetendo in queste ore l'ex premier, che sin dal primo momento aveva espresso forti perplessità sull'opportunità politica di andare in piazza il 2 giugno, quando gli italiani sono alle prese con l'emergenza economica da Corona virus. E solo dopo un chiarimento con Salvini e Meloni, l'ex premier del centro destra  aveva dato l'ok a una manifestazione di carattere simbolico per dare voce ai cittadini, rinviando a luglio la piazza vera e propria.  In piazza il partito era rappresentato dal numero due Antonio Tajani, ma si contavano sulle dita della mano i deputati e senatori forzisti in strada, tra piazza del Popolo e via del Corso. E questo, spiegano, dà l'idea dell'imbarazzo che serpeggia tra i parlamentari.
I malumori, raccontano, sarebbero arrivati, scontati, non solo dai cosiddetti azzurri da sempre critici verso il fronte sovranista, ma anche da quelli più salviniani. Nel mirino di vari parlamentari non solo le modalità e la location, che hanno favorito gli assembramenti, ma anche i toni della manifestazione, perché il 'vaffa' all'indirizzo del premier Giuseppe Conte e l'invito al voto, non hanno trovato riscontro in proposte concrete pro famiglie e imprese per uscire dall'emergenza economica e ripartire

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