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domenica 28 giugno 2020

Ambiguo ed amico di leghisti e sovranisti: il Fronte della gioventù comunista lascia il Partito Comunista di Rizzo

Il Partito comunista,  fondato e guidato da Marco Rizzo, gia' parlamentare di Rifondazione Comunista dalla XII alla XIV legislatura ed europarlamentare del Partito dei Comunisti Italiani di Armando Cossutta, perde in blocco la propria organizzazione giovanile. Il Fronte della Gioventù comunista motiva tale decisione con queste parole: "abbiamo visto troppo spesso abbandonare le categorie di analisi marxiste per adottare un linguaggio volutamente ambiguo, strizzando apertamente l’occhio ai settori reazionari e di destra, facendone propri i richiami sulla sovranità".
 Tradotto dal politichese all'italiano: se Rizzo è troppo vicino  e ben considerato dal blocco sovranista, cosa c'entra col comunismo? E cosa c'entriamo noi con questo Partito Comunista?
Il Partito Comunista di Marco Rizzo, nato nel 2009, presente alle scorse politiche dove ha conquistato oltre 100 mila preferenze pari allo 0,33% dei consensi ha rappresentato la costola rossa anti europeista della sinistra. Alcune sue posizioni, secondo i ben pensanti di sinistra, sono da considerare ammiccanti alle chiusure leghiste, su migranti e diritti civili.
La retorica di Rizza contro la sinistra fucsia d'altronde si sposa con quei settori "rossobruni" che teorizzano un fronte anti sistema variegato che va dall'estrema sinistra all'estrema destra.
La partecipazione di Rizzo, in qualità di invitato, ad convengni con esponenti no euro finiti poi in CasaPound e Forza Nuova, passando per qualche servizio al Tg 2 di Gennaro Sangiuliano è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Alessandro Mustillo, numero 2 del Partito Comunista e candidato sindaco dichiara: la critica è rompere davvero con il passato, per costruire un partito realmente rivoluzionario nei fatti non a parole. Che non privilegi la ricerca del consenso e l’apparire a tutti i costi, ad esempio dire di somigliare più a Salvini, pur di apparire su giornali e televisioni. Perché la critica alla deriva opportunista e al tradimento esplicito del centrosinistra non significa assumere l’ottica, le categorie, le parole della destra reazionaria".

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