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lunedì 30 marzo 2020

La Lega, complice il virus si scopre nordista. L'eurodeputata Tovaglieri si lamenta: più soldi a Lamezia Terme che a Busto Arsizio


Orizzonte nazionale, non solo esclusivamente nordista, o meglio lombardo veneto, al congresso federale del maggio 2017 la Lega aveva sancito la svolta nazionalista e sovranista. In molti avevano addirittura osato contestare Umberto Bossi urlandogli fuori, fuori.
Salvini aveva vinto le primarie leghiste aperte ai soli tesserati della Lega,con oltre l'82% dei consensi battendo lo sfidante nordista Giovanni Fava, fermo al 17,3%.
A poco meno di 3 anni dalla svolta nazionalista, complice l'emergenza coronavirus la Lega torna ad essere forza politica nordista, quelli di Prima il Nord, per intenderci, come dimostra quanto dichiarato, sulla sua pagina Facebook da Isabella Tovaglieri, eurodeputata di Busto Arsizio in cui contesta i criteri di stanziamento dei fondi per i comuni annunciati nella serata di sabato del premier Giuseppe Conte.
Con il post della Tovaglieri la Lega torna indietro di qualche, quando la questione settentrionale era il tema politico prevalente seguito dalla contrapposizione nord sud.
Isabella Tovaglieri, nel suo post, attacca il governo e lo stanziamento di fondi destinati ai comuni per aiutare i nuclei familiari più deboli e che in queste settimane di quarantena rischiano di non avere più risorse per riempire la dispensa.
Ad innervosire  la giovane eurodeputata è la modalità con cui sono stati distribuiti questi soldi che, secondo lei, andrebbero maggiormente a vantaggio di aree meno colpite dal coronavirus (mettendo a paragone i soldi stanziati per Busto Arsizio e quelli per Lamezia Terme). Secondo la sua visione sarebbe dovuta essere Busto quella più beneficiata da questo intervento del governo, senza però tenere conto del fatto che la città lombarda ha un reddito medio che è sostanzialmente il doppio di Lamezia Terme.
Sicuramente Isabella Tovaglieri non conosce il criterio utilizzato dal governo per la ripartizione: i 400 milioni sono riparti fra i comuni sulla base della popolazione per l'80% mentre il 20% assegnato ai comuni in base alla distanza tra i valore del reddito pro capite di ciascun comune ed il valore medio nazionale.

Un cambio di idee, legittimo per amore di Dio, repentino, quello dell'europarlamentare leghista, se pensiamo che lo slogan della sua campagna elettorale per le Elezioni Europee dello scorso 26 maggio fu Prima l'Italia il buonsenso in Europa come dimostra questo manifesto di propaganda affisso in diversi comuni del suo collegio elettorale.

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