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lunedì 23 marzo 2020

La Calabria ai calabresi. Lo sfogo di militanti leghisti contro la dirigenza bergamasca


foto d'archivio

Sull'incredibile seppur legittima scelta della Lega di nominare come segretario regionale l'onorevole Christian Invernizzi, da Treviglio, in provincia di Brescia e del vice Walter Rauti, ex métre del ristorante della fondazione Pavorotti a Milano, dopo la lettera sfogo di Michele Sapia, militante leghista di Reggio Calabria, ci giunge una seconda lettera firmata da un nutrito gruppo di tesserati della Lega di Lamezia Terme guidati dal portavoce Salvatore D'Angela.
I leghisti lametini sono deluso dal comportamento del leader Salvini che ha scelto di far dirigere la Calabria da uno storico esponente della Lega Nord e non da uno esponente locale. Una scelta che ha profondamente deluso e mortificato la locale classe dirigente.


Caro Matteo Salvini, il bagno di folla che ti ha regalato la Calabria negli ultimi mesi viene dopo gli insulti e gli sputi che noi abbiamo ricevuto dal 2015 in poi. Ricordi? Noi che abbiamo garantito per te e ora riceviamo solo fango perché le tue scelte di far dirigere la Calabria dalla Lega Nord e non dalla Lega calabrese ci mortificano e hanno deluso.
I calabresi che hanno creduto in te e affidato a noi con il loro voto la Calabria non sono "pezze per lavare a terra". Tu che dovresti essere il garante ora ti poni come nostro peggior nemico perché hai scelto una strada che mai il nostro elettorato avrebbe immaginato. Faremo tanto rumore. Sai perché? Perché noi siamo Donne e Uomini del Sud e dalle nostre parti "La Parola è D'Onore". Dicevi che "i calabresi faranno la Calabria" ma con la nomina di Invernizzi e Rauti evidentemente lo hai dimenticato. Cosa pensi ora che in Calabria non ci sono uomini e donne di buona volontà? Dicci ora come definisci chi ha creduto in noi, in te e nel nostro progetto e ha lavorato sfidando tutto e tutti? Siamo stati pionieri, non ci siamo mai risparmiati e siamo riusciti ad ottenere i risultati che nessuno avrebbe mai sperato. Che delusione, caro Matteo vederti parlare nei giorni scorsi della Calabria sapendo di non aver rispettato i patti e di non aver sentito i massimi esponenti del partito eletti con migliaia di voti. Non hai speso una sola parola su di loro anzi li hai messi alla porta, colpevoli di chissà quale reato. Caro Matteo, ripensaci! Continueremo a scriverti e a scrivere sui giornali e se non otterremo il risultato sperato raduneremo l'elettorato deluso e verremo a Roma o a Milano per rivendicare le nostre ragioni. La Calabria ai calabresi".

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