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domenica 29 marzo 2020

Emergenza Coronavirus, Rispoli(Fdi):insufficienti le misure adottate dal governo.Il sud rischia di essere una polveriera

In queste ore che ci separano dalla ennesima conferenza stampa di Conte per annunciare l’ennesimo DPCM non ancora scritto pensavo che l’unica cosa chiara fosse quella che destina 400 milioni di euro,della Protezione Civile, ai Comuni "da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare per consentire alle persone in stato di bisogno di soddisfare i bisogni più urgenti ed essenziali”. 
Parole chiare, dirette, che non lasciano dubbi ad interpretazione alcuna, quelle scritte da Luigi Rispoli, storico esponente del Movimento Sociale Italiano prima, di Alleanza Nazionale poi, ora dirigente nazionale di Fratelli d'Italia che precisa:  facendo un rapido calcolo dividendo per i potenziali percettori viene fuori che la cifra che toccherà ad ogni famiglia sarà veramente una goccia nel mare. Senza infilarci in complicate operazioni algebriche basti pensare che il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha stanziato, con risorse del bilancio regionale, una cifra di 100 milioni di euro con analoghe finalità e destinate ai soli siciliani.
 E’ evidente che il governo, pur iniziando ad avere il sentore di quello che potrebbe accadere da qui a qualche giorno se dovesse permanere una paralisi della vita del paese, è mancato ancora una volta del coraggio necessario per strappare quei lacciuoli dell’Unione Europea che ancora oggi continua a ragionare in una logica di ordinarietà che per noi italiani non può andare bene.
 Altro elemento di poca chiarezza, precisa Rispoli, riguarda le modalità con le quali i comuni, destinatari del finanziamento, assegneranno queste risorse ai singoli soggetti. In una bozza del DPCM, circolata ieri, viene stabilito che "le risorse ricevute da ciascun Comune per la solidarietà alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in situazione di necessità alimentare". "Tali risorse dedicate potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall'ANCI, con un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d'acquisto o buoni sconto da parte di privati, di produttori, dei distributori".
 Analizziamo ora questa previsione del DPCM, laddove dovesse essere confermata, dal punto di vista dei napoletani, continua Rispoli,che devono misurarsi con un sindaco incapace come de Magistris e che hanno a che fare con servizi sociali comunali completamente inesistenti e surrogati, quasi completamente, dalle cooperative del Consorzio GESCO che fa capo a quel D’Angelo, sodale del primo cittadino ed oggi a capo anche dell’azienda dell’acqua del comune, ABC. 
Poiché la situazione ha dell’eccezionale sono previste procedure anche al di là delle regole più elementari di trasparenza. Per esempio si prevede la possibilità da parte dei Comuni di acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza procedura di gara con tutto ciò che ne consegue quando hai a che fare con uno che pensa che regalare strutture di proprietà comunali ai suoi amici dei centri sociali sia legittimo.
 C’è anche un altro punto, questo aiuto, per quanto piccolo potrà essere, con molta probabilità, ad appannaggio di quanti potranno dimostrare di non avere un reddito, di non avere un lavoro o di quanti nel proprio nucleo familiare hanno un disabile o un malato cronico da accudire, sto ipotizzando, lasciando fuori tutta una fetta di cittadini che, forse oggi rappresenta il vero anello debole perché totalmente privo di tutela sociale. Mi riferisco ai tanti che hanno una piccola azienda, magari a conduzione familiare, che in questi anni hanno faticato a stare sul mercato, che non hanno mai avuto una mano dal sistema bancario, che è riuscita a sopravvivere facendo ricorso spesso al meccanismo degli assegni post-datati, che finora ha vissuto sul cosiddetto “giro” possibile, però, solo se continui ad essere in attività. Oggi tutte queste persone, precisa Rispoli, sono sole e disperate, sono quelle che non percepiscono neanche il reddito di cittadinanza e che probabilmente resteranno escluse anche da questa pur piccola misura di sostegno e che non avendo un orizzonte temporale definito e non sanno per quanto tempo devono reggere per mantenere viva la speranza di poter riaprire. Intanto, precisa l'esponente sovranista, hanno una quota fissa di spese cui devono comunque fare fronte (locazione, versamenti previdenziali, utenze ecc.), ai quali si potrebbero aggiungere qualche pagamento in scadenza per forniture o di qualche assegno post-datato emesso per avere un po’ di respiro. Questi invisibili, si andranno presumibilmente ad aggiungere alle vittime della scomparsa del sommerso che, nel corso degli ultimi decenni, ha rappresentato un vero e proprio ammortizzatore sociale. Il sommerso ha consentito a tante famiglie, anche quando avevano un piccolo reddito, di andare avanti incrementando le entrate familiari attraverso lavori occasionali o anche stabili ma non dichiarati. Numerose altre famiglie, invece, che non possono contare sul lavoro ufficiale di almeno uno degli appartenenti, sopravvivono, in particolare a Napoli, grazie all’arte di “arrangiarsi” messa in atto dai diversi componenti della famiglia che, faticosamente, riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Con una vita sociale del tutto ferma o quasi, con alberghi, ristoranti, attività commerciali e artigiane, uffici chiusi e con il divieto di uscire di casa e considerando difficile che molte delle famiglie che abbiamo analizzato possano avere carte di credito o aver messo da parte i soldi necessari a sopravvivere per qualche mese, che cosa accadrà tra qualche giorno? C’è da essere seriamente preoccupati per la crisi economica, per la conseguente tenuta sociale e per l’ordine pubblico del Paese soprattutto se continueremo ad essere governati dall’attuale esecutivo che finora ha mostrato di non avere una strategia e di navigare a vista. Non so quanti, purtroppo,conclude Rispoli, moriranno a causa del Covid-19, so però che non possiamo rischiare che la bomba sociale scoppi trascinando nel caos l’intero paese, abbiamo bisogno di una guida autorevole ora per farci superare questo momento e Mattarella dovrà assumersi la responsabilità di scegliere la persona giusta.

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