A distanza di due lustri l’Italia è diventata un paese diverso, in cui chiunque assuma un atteggiamento critico nei confronti del governo viene accusato di essere uno “sciacallo” o, nella migliore delle ipotesi “un seminatore d’odio”, comunque un soggetto privo di senso di responsabilità. E infatti dal main stream italiota nessuno si è sognato, non dico di chiedere le dimissioni, ma nemmeno di provare a suggerire una perplessità critica nei confronti della gestione dell’emergenza Coronavirus assunta dal governo presieduto da Giuseppe Conte.
La vulgata asserisce, infatti, che il diffondersi dell’epidemia non è colpa dell’esecutivo, ma una catastrofe naturale – come se invece la pioggia all’epoca caduta sulle rovine di Pompei l’avesse scatenata Bondi con qualche suo provvedimento maldestro – salvo poi leggere sulle agenzie le osservazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul demagogico blocco dei voli dalla Cina, non accompagnato dalla misura davvero decisiva, ossia la quarantena nei confronti di tutti coloro che arrivavano in Italia dall’ex Celeste Impero, con volo diretto o con doppio o triplo scalo, come ci racconta il collega Alessandro Sansoni, direttore del mensile Cultura Identità in un interessante articolo che potete leggere cliccando qui.
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