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lunedì 3 febbraio 2020

Romagnoli: la Destra Sociale in Fratelli d'Italia per accendere la fiamma dell'identità

Antonio Mazzella, prezioso collaboratore di Fascinazione e di questo blog ci invia una intervista a Luca Romagnoli, ex deputato europeo eletto nelle file della Fiamma Tricolore, leader dell'associazione politico culturale Destra Sociale, che in tempi non sospetti, ha aderito al progetto politico portato avanti dai conservatori e sovranisti di Fratelli d'Italia.

Quali sono quelli che consideri i passaggi più significativi, in una sorta di sintesi rappresentativa del tuo percorso umano e politico?


Il mio percorso di militanza inizia dall'adolescenza, nei primi anni della scuola secondaria; era la seconda metà degli anni settanta passioni e tensione politica erano normali per la mia generazione. Iniziai a frequentare la sede dell’allora Fronte della Gioventù in Via Sommacampagna, a Roma, nella mia città dunque. Quando tornò ad essere operativa la Sezione Prati di Via Ottaviano, dopo un lungo periodo di forzata chiusura, continuai li per diversi anni  la mia militanza. Senza farla lunga su tante esperienze e sacrifici personali…un tempo si diceva “per l’idea”… sono rimasto militante ed iscritto al MSI finché è esistito; ovvero fino al gennaio 2005. Il 27 di quell'anno, scettico sulla liquidazione del MSI e la creazione del nuovo Partito AN, partecipai all'assemblea promossa da Pisanò e altri -cui aderì anche Rauti - incontro presso un albergo romano che all’insegna della continuità del progetto missino aggregò numerosi militanti e dette il via al Movimento Sociale-Fiamma Tricolore. In quell'occasione ritrovai voglia e slancio per rinnovare il mio impegno politico. Questo mi portò gradualmente a ricoprire diversi incarichi organizzativi fino ad essere eletto nel 2001 alla segreteria nazionale. Tra 2004 e 2009 ho rappresentato il Partito che mi aveva eletto in Parlamento europeo interpretandone il programma e comunque cercando di servire al meglio gli interessi della nostra nazione in quel contesto. E credo francamente di aver ben fatto. Alla fine del 2013, divergenze sull'organizzazione e soprattutto sulle prospettive di un progetto che alcuni volevano continuare a mantenere orgogliosamente isolato -ma di conseguenza minimamente incidente nel dibattito politico-, mi portò fuori dal MSFT e con me fuori anche coloro che volevano tentare nuove strade e nuove sinergie per mantenere attuale, anzi futurista, la nostra proposta: identitaria si, sociale senz’altro, reducistica non ci interessava. Avevo l’associazione Destra Sociale, con la quale, insieme ad altri, incontrarsi e riprendere iniziativa politica.

Come si è arrivati, per quali motivazioni, e da parte di chi, a costituire (a suo tempo), l'Associazione di cui sei portavoce, "Destra Sociale"?
La Destra Sociale è un’associazione culturale a carattere socio-politico che nel 2009, poco prima delle elezioni europee ho costituito e registrato, pensando di utilizzare -come poi effettivamente avvenuto-, tale dizione nel simbolo elettorale della Fiamma Tricolore, Partito che all’epoca rappresentavo in Parlamento Europeo e come Segretario Nazionale. Ritenni che questa specifica, potesse meglio qualificare, anche ai meno “addetti ai lavori”, cosa convintamente rappresentavamo. Talvolta la comunicazione politica ti obbliga a semplificazioni, a schematizzazioni, forse riduttive, forse più semplici che adeguate ai significati... se avessimo potuto inserire nel logo la dizione delle nostre radici, “Movimento Sociale”, ci saremmo sentiti ancor più sinteticamente individuati e...; ogni modo è la sottolineatura Sociale, quella che ci interessava e ci interessa. Con il suo pieno significato di attenzione ad una società organica, e quindi giusta, e ad una politica che la organizzi, che la interpreti, che la realizzi.


Quali sono state le motivazioni che hanno condotto Destra Sociale a aderire a Fratelli d'Italia
FDI mi apparve subito un’iniziativa di riaggregazione e nuova proposta politica appena, con altri amici -io direi in altro modo, ma non voglio urtare sensibilità o soprattutto prestare il fianco a strumentalizzazioni schematiche quanto riduttive e poco intelligenti-, avemmo notizia della sua costituzione. In quel momento però, il mio tentativo di iniziare con loro un nuovo percorso non ebbe fortuna. Peccato le motivazioni erano quelle di ripartire con altri, soprattutto militanti di base, con cui tanti erano i “comuni sentire” -difficilmente in un partito e nel suo programma si condivide la totalità della proposta e dei modi di rappresentarla. Con tanti ex missini e anche ex di AN, in fondo, in un passato non lontanissimo, si era già fatto un percorso in comune e, su alcuni valori identitari e fondanti (patria, famiglia, onestà, lealtà e socialità) c’era ampia condivisione.

Che ruolo ha DS, oggi, con il suo patrimonio valoriale, il suo retaggio culturale, il suo percorso politico all'interno di questo partito?
Il ruolo principale è quello di essere stimolo e proposta di politiche eminentemente sociali,  comunque nella certezza di rappresentare radici culturali e proposte politiche che alla luce della “fiamma dell’identità”, -che affatto rinneghiamo-, proietti al futuro il nostro progetto di società. Io e altri siamo un piccolo drappello nell’Assemblea nazionale e in Direzione, ma ho l’impressione che aggreghiamo e suscitiamo via via maggiori simpatie ed interesse. Contiamo di ottenere un po’ più di spazio nell’organizzazione e anche di iniziare a vedere eletti, a diversi livelli, alcuni di noi che bene interpretino il nostro sentire.
Abbiamo l’impressione che appunto il nostro sentire sia prossimo a quello di molti militanti della base di FDI, di buona parte dei giovani, di quelli in particolare che apprezzano l’identità interpretata con intelligenza e non mostrata senza la capacità propositiva di Guardare al futuro. Non ci hanno insegnato e non insegniamo a fare politica sui catafalchi, ne a ostentare simboli o esperienze che appartengono ad esperienze di altri uomini in altri tempi, ma ad attualizzare quanto di positivo in altri tempi è stato immaginato per il futuro. Se si auspica una società giusta e una democrazia organica e si opera per realizzarla, credo si serva al meglio la Nazione Italia, e si continui nel solco della nostra civiltà di umanesimo del lavoro e di prosperità sociale.

La comunità umana che si è riconosciuta in "Destra Sociale", come si propone di incidere, in un prossimo futuro, nelle politiche di Fratelli d'Italia?

Sicuramente già troviamo buona attenzione a tanti nostri temi, soprattutto la Meloni ci sembra che ne condivida e interpreti tanti, perché la sua attenzione e sensibilità sociale è la nostra, e sicuramente nostra è fin qui la sua franca leale schiettezza. Certo comprendo che quando si ha la responsabilità di un Partito che si fa grande (per dimensioni) e si aggrega, e si accetta il contributo anche di esperienze e percorsi diversi dal nostro, si debba dare diversi colpi a cerchio e botte... Ci sta, dunque, ed è opportuno; purché non si rivedano rinunce che abbiamo conosciuto in passato; e che hanno prodotto si successi, ma di e per uomini, non di comunità. E poi, comunque, sono stati successi effimeri. La politica che non sa immaginare prospettive e non si mette in gioco per il futuro perde, o non coglie, il suo principio etico fondamentale. Viceversa, ed anche le recenti elezioni regionali, tanto in Emilia Romagna che in Calabria, lo confermano, "Fratelli d'Italia" sta crescendo, e lo sta facendo in una maniera che lascia ben sperare per il prossimo futuro.

Che aspettative ha, dunque, Destra Sociale per il prossimo futuro?
Le aspettative credo di averle già anticipate nelle risposte precedenti... aggiungo solo che auspico una maggior capacita propositiva sui temi ambientali e una più attenta valutazione di percorsi e alleanze che, quando, sono forzate dalle leggi elettorali più che dai progetti condivisi, non producono risultati di lunga prospettiva.

Ci sono istanze particolari che, come Destra Sociale, ritenete vadano sostenute con maggior impegno, ed intendete porre all'attenzione degli organi di partito?
Oggi si ha un bel parlare d’identità e sovranismo. Sono i temi nostri di una vita. Anche se un  pò involgariti dalla comunicazione attuale, ampiamente saccheggiati da altri, perché  troppo spesso vissuti con timore di prestare il fianco a demagogici schematismi. Eravamo fieri della nostra identità e della nostra civiltà e della nostra italianità e di tutto quanto è stato faro che per secoli ha illuminato il mondo: non abbiamo nulla di nuovo da scoprire e rappresentare in materia. Altri, se hanno deciso di condividere questo percorso e queste proposte, e ci onorano della loro compagnia, sono i benvenuti: purché non pretendano di darci in proposito lezioni.

Come giudichi gli atteggiamenti che, almeno attualmente, sembrano inclusivi, da parte della Meloni, rispetto a tutto il mondo "di destra"?
La Meloni, penso abbia come proprio intimo sentire, condiviso dalla base militante, fino alla dirigenza di vertice, del partito, un forte desiderio inclusivo , e non solo un atteggiamento strumentale e/o strategico, che la porta a voler rappresentare quanti appartengono a questo mondo, definiamolo pure "di destra", per intenderci, e cioè tutti coloro che, con metodo intelligente e sincera disponibilità, pur partendo da singoli esperienze e percorsi, tanto collettivi che individuali, magari differenti, oggi sentano di poter condividere i fondamenti comuni, realizzandoli nel progetto politico di FDI.


Considerazioni sull'aumento esponenziale per la Lega di Salvini? 
 La Lega è cresciuta perché senza infingimenti -e un po’ di furbizia-, ha continuato la sua proposta politica e ha saputo interpretare parte del malessere della società italiana, senza se e senza ma. Per questo ha anche attinto molto dalla destra italiana, prima in termini di militanza e poi, elettoralmente.

E (considerazioni) sul costante, crescente, consenso di Fratelli d'Italia?
FDI cresce; cresce soprattutto nelle simpatie e nei consensi Giorgia, perché seppure sa parlare alla pancia della Nazione lo fa con metodo, con cultura, con proposta. Lo fa, anche, con semplicità, ma mai con superficialità. La capacità di documentarsi e di progettare sulla base della conoscenza è quello che dovrebbe distinguere il grande politico, l’uomo o la donna statista, dal politicante. Di questi ultimi ne abbiamo conosciuti e ne conosciamo tanti, trasversalmente al sistema politico italiano ed europeo. Dei primi, e mi dispiace dirlo, abbiamo esperienze assai ridotte. La Meloni alza il livello dei primi, Giorgia sta dimostrando che cosa può significare essere “uomo di Stato”. 


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