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domenica 9 febbraio 2020

Quando la Lega era europeista e anti-sovranista. L'analisi di The Post International

Lombardia Europa da sempre, Alleanza Nord più lontani da Roma, più vicini all'Europa, Milano fascista mai Lega Nord centro liberal-democratico e federalista, Le Pen è fascista come i partiti di Roma,  No a neofascisti(Fini) e monopolisti(Berlusconi) federalismo è bello.
Non sono slogan di manifesti di una formazione liberal democratica, assente dal panorama politico italiano, bensì i manifesti della Lega Nord degli anni novanta e dei primi anni duemila.
Un partito, quello fondato da Umberto Bossi totalmente diverso da quello guidato da Salvini. Le sue battaglie politiche storiche erano il federalismo fiscale o la secessione( a seconda del momento storico) la riduzione della spesa pubblica, la contrarietà al centralismo politico di Roma, vista come ladrona, in un indovinatissimo slogan cantato ai raduni di Pontida Roma Ladrona la Lega non perdona.
Anche il tema dell'immigrazione veniva trattato con altri toni rispetto ad oggi, con una attenzione maggiore ai temi che riguardavano la spesa pubblica piuttosto che la sicurezza.
La Lega Nord era una forza squisitamente europeista che promuoveva, senza se e senza ma, il progetto europeo ed era lontana mille miglia dal nazionalismo (oggi diremo sovranismo) che veniva definito come un'ideologica anti storica, incapace a rispondere alle esigenze dei tempi moderni.
La Lega aveva come guru, Gianfranco Miglio, politologo, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Cattolica di Milano e come leader carismatico Umberto Bossi, che girava su e giù per la Padania a divulgare il verbo leghista ed europeista.
Della Lega liberal democratica, europeista, federalista, secessionista, della sua trasformazione in forza politica nazionale grazie alla leadership di Salvini ci parla, con maggiori dettagli, la collega Elisa Serafini, in un interessante articolo pubblicato da Tpi.
Articolo che potete leggere cliccando qui



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