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giovedì 20 febbraio 2020

Giorgia Meloni contro le sirene “renziane” della Lega

Una cena con migliaia di ospiti, a Milano, nel cuore produttivo della penisola italiana. L’evento che ha visto protagonista, la scorsa settimana, nel giorno di San Valentino, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, ha segnato uno spartiacque nello scenario della politica italiana. Così, mentre la formazione scaturita da una costola del Popolo della Libertà nel 2012 sta per raggiungere e scavalcare il Movimento Cinque Stelle al terzo posto negli indici di gradimento dell’elettorato italiano, anche in casa degli alleati della Lega devono forse iniziare a preoccuparsi.
Fratelli d’Italia cresce e aggrega amministratori su tutto il territorio nazionale. Amministratori per lo più in uscita da Forza Italia o da formazioni di destra minoritarie ma anche dalla Lega medesima. Il caso simbolo è quello di Magenta, dove qualche giorno fa la capogruppo leghista in Consiglio comunale, Stefania Bonfiglio, ha lasciato il partito salviniano ma non l’assise consiliare. Voci di corridoio la danno in partenza proprio in direzione della compagine meloniana.
La Lega degli ultimi tempi, quella della svolta moderata per sostituirsi, di fatto, a Forza Italia nel ruolo di partito perno della coalizione di centrodestra, la Lega che ipotizza un patto al centro con l’ex arcinemico Matteo Renzi per un Governo di scopo, non piace a tutti, come era prevedibile. Soprattutto non piace a chi sperava in un progetto autenticamente sovranista come ci racconta il collega Cristiano Puglisi dalle colonne del blog de Il Giornale. Articolo che potete leggere per intero cliccando qui

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