Evidentemente da Craxi a Berlusconi, sino ad arrivare a Matteo Salvini, per gli orfani del Partito Comunista è sempre stato più comodo distrarre l'attenzione sul capro espiatorio del momento che impegnarsi in modo proficuo per qualcosa.
E' più semplice, è meno faticoso essere anti, oggi anti razzisti ed antifascisti, che pro qualcosa, poiché è sufficiente fare la voce grossa ogni tanto, sprecare fiumi di parole senza dover rendere dei propri risultati.
Allo stesso tempo i sedicenti sinceri democratici e progressisti tendono ad aggrapparsi, sfiorando talvolta il ridicolo, a qualche "amico" dell'ultimo ora, salvo poi scaricarlo quando smettere di essere utile alla propaganda strumentale
L'elenco di questi "amici" dell'ultima ora del mondo progressista è abbastanza lungo. Penso all'ultimo leader del Movimento Sociale Italiano, ultimo presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini divenuto vittima della satrapia di Berlusconi da salvare, passando per il comico Checco Zalone, giungendo ad alcuni rappresentanti del Movimento Cinque Stelle che da eversivi, sono diventati gente che studia, come sostiene Franceschini.
Anche il truce Umberto Bossi, quando offrì alla sinistra un quadro politico insperato, ossia la crisi del primo governo Berlusconi, divenne per magia una costola della sinistra con tanto di patente rilasciata niente poco di meno che da Massimo D'Alema.
Della riabilitazione di Umberto Bossi ci parla con maggiori dettagli il collega Roberto Penna, con un interessante articolo pubblicato da Italia Oggi.
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