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lunedì 10 febbraio 2020

A Napoli un gruppo di militanti della Lega depone una corona di fiori in ricordo delle vittime delle foibe

Nella mattinata di lunedì 10 febbraio una decina di militanti e simpatizzanti della Lega, guidati da Armando Romano, senza alcuna bandiera di partita, ma con un solo tricolore, hanno deposto una corona di fiori in ricordo delle vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani, dalmati nel secondo dopoguerra.
Bene hanno fatto  come ci racconta Carlo Alberto Paolino, i militanti della Lega, visto l'assordante silenzio dell'amministrazione comunale che ha pensato bene di organizzare nessun evento nel giorno del ricordo, annunciando in seguito, per bocca del vice sindaco Enrico Panini che domani 11 febbraio verrà 
nel Real Bosco di Capodimonte deposta una corona di fiori in memoria delle vittime delle foibe.




Non c’era alcun dubbio che Eleonora de Majo assessore alla cultura del comune di Napoli, scelta “a caso” dal sindaco Luigi De Magistris, non abbia promosso alcuna manifestazione in memoria delle vittime delle foibe, condannando un negazionismo di una sinistra che oscura e minimizza un’altra vera pulizia etnica ad opera del maresciallo di Tito e dei suoi partigiani jugoslavi con l’aiuto di quelli italiani.
Una parte della storia che neanche l’assessore, proveniente dai centri sociali di sinistra, può oscurare fin quando ci saranno uomini e donne che ricorderanno questi giorni terribili ai danni di italiani che volevano restare tali non accettando di diventare jugoslavi e costretti a scappare per non essere infoibati come migliaia di connazionali ritenuti “nemici del popolo”, termine usato dal bolscevismo/comunismo.
Oggi 10 febbraio 2020 a calata Bellaria a Capodimonte è stata deposta una corona di fiori in ricordo delle vittime delle Foibe e degli esuli Fiumani - Dalmati che trovarono ospitalità nel centro raccolta profughi di Capodimonte. Tra i partecipanti alla commemorazione Armando Romano, militante leghista che sottolinea quanto la storiografia di matrice comunista abbia nascosto che a partire dell’autunno del 1944 i comunisti italiani mettendosi agli ordini di quelli jugoslavi abbiano avute le stesse logiche che governarono nella guerra di liberazione, guerra civile e guerra rivoluzionaria jugoslava. Logiche con livelli elevatissimi di violenza, presa del potere comunista, epurazione della società e intolleranza contro chi rifiutava l’egemonia comunista, riassumendo il tutto nelle Foibe, la strage di Porzus.

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