"Non sussiste alcuna esigenza cautelare, precisa Piazzese, perché non vi è agli atti alcun elemento che dimostri un collegamento né in allora né tanto meno oggi con la criminalità organizzata. In trent'anni di attività politica Roberto Rosso non ha mai avuto nulla a che fare con la criminalità organizzata. La tesi della procura è che Rosso sia ricattabile in quanto non avrebbe confessato. Rosso ha reso interrogatorio in cui ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda e ha collaborato con i Pubblici Ministeri. Non può certo confessare un reato che ha la consapevolezza di non aver commesso".
"Rosso era totalmente ignaro del fatto che gli altri indagati potessero essere collegabili alla criminalità , conclude Piazzese e se lo avesse anche soltanto immaginato, avrebbe certamente evitato qualsiasi rapporto con loro. Aspetto di leggere le motivazioni che il collegio si è riservato di depositare per valutare l'eventualità di un ricorso in cassazione".
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