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venerdì 24 gennaio 2020

Quando Lucia Borgonzoni era un’artista anticlericale che faceva serate Lgbti in Emilia Romagna. Lo scoop de Linkiesta

Dopo mesi di silenzio sulle tematiche relative al mondo  Lgbti, Lucia Borgonzoni, candidato presidente dell’Emilia Romagna per la coalizione di  centrodestra, è stata pubblicamente sollecitata di un parere a pochi giorni dalle elezioni del 26 gennaio.
 A incalzarla nella trasmissione Dritto e rovescio di Paolo Del Debbio, c’era Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, il quale ha parlato di omofobia di Salvini e della Lega, facendo esplicito riferimento alle dichiarazioni del consigliere regionale uscente e ricandidato dal Carroccio, Massimiliano Pompignoli, sull'abrogazione, in caso di vittoria di Borgonzoni, della recente legge emiliano-romagnola contro l’omotransfobia.
Bagarre in studio, dove Tonti è stato sopraffatto dalle reazioni del pubblico e degli ospiti della trasmissione come anche di Lucia Borgonzoni che, in collegamento, non ha in realtà replicato nulla, se non dicendo ripetutamente: «No, vabbè. Ma ci vuole un limite». Una non risposta l’ha data poco dopo su Facebook, pubblicando una foto di Tonti, che è stato così travolto dalla gogna social.

Borgonzoni si è defilata su questioni che potrebbero essere scivolose per lei, come quelle relative al mondo Lgtbi. Questioni che come racconta il quotidiano on line L'Inkiesta rimandano al suo passato, quando frequentava i centri sociali e lavorava come barista al Link di Bologna, discoteche e locali gay friendly ed era considerata di sinistra ed anticlericale.
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