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venerdì 27 dicembre 2019

Diamo un calcio a Salvini: la partita amichevole dell'Ancona Respect, lo sdegno della Lega

Una squadra di calcio femminile di Ancona,  che partecipa ai campionati ufficiali organizzati dalla Federazione Italiana Gioco Calcio ha deciso di chiudere l'anno sportivo disputando una partitella in famiglia.
Fin qui nulla di strano. Un simpatico ed originale modo di festeggiare il Santo Natale facendo sport in compagnia ed allegria. Prima del fischio d'inizio, i protagonisti della festa, atlete della formazione under 12, si sono schierate a centrocampo esponendo un cartello che ha preso di mira Matteo Salvini, leader indiscusso della Lega.
"Diamo un calcio a Salvini"recitava il messaggio veicolato dall'Ancona Respect. Uno slogan chiaro, diretto, che non lascia dubbi ad interpretazione alcuna, esposto per protestare contro la "presenza tossica" del leader leghista in quel di Ancona.
Un cartello fuori luogo in una giornata spensierata, in un contesto, quello sportivo, lontano mille miglia dal mondo politico, che cosi è stato giustiziato dal team anconetano: "Attraverso lo sport ogni giorno contestiamo e ci opponiamo al clima di odio e razzismo propagandato da leghisti e fascistoidi di turno. Ogni giorno dimostriamo a tutte e tutti che nuovi modi di vivere il calcio e la città sono possibili. Non permettiamo che si speculi sulla nostra città o che si sparga odio per raccogliere qualche voto”.
Il comunicato dell'Ancona Respect si è concluso tirando in ballo fascismo e razzismo, rigorosamente connessi a Salvini: “Ancona è la nostra città e sappiamo riconoscere benissimo da soli quali sono i suoi nemici. Fuori fascisti e razzisti da Ancona, qua gli unici stranieri siete voi”. 
Una iniziativa, quella dell'Ancona Respect che non è piaciuta per niente al senatore Paolo Arrigoni, responsabile della Lega Marche che ha dichiarato: è sconcertante il fatto che siano riusciti in un solo colpo a strumentalizzare il Natale, lo sport e delle ragazzine di 12. Altro che scuola di calcio.. questo sembra essere un campo di rieducazione che incita all'odio alla mancanza di rispetto per chi la pensa diversamente, dove si strumentalizza lo sport, che dovrebbe insegnare ben altri valori.



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