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martedì 3 dicembre 2019

Comunali Napoli, Raffaele Ambrosino per il dopo De Magistris l'unico asso per il centro destra è la Carfagna

Il Corriere del Mezzogiorno, "panino napoletano del Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano ha innescato dalle sue pagine un interessante dibattito sugli aspiranti candidati a sindaco della terza città d'Italia, ipotizzando addirittura 12 nomi.
Nel numero di martedì 3 dicembre, il più autorevole quotidiano italiano ospita un intervento di Raffaele Ambrosino, già consigliere comunale di Napoli, eletto nelle file di Forza Italia ed approdato poi in Futuro e libertà che riportiamo volentieri.


Interessante e più che opportuno il dibattito innescato dal Corriere del Mezzogiorno sui futuri candidati sindaci di Napoli e, non dimentichiamolo, anche della Città metropolitana, visto che il sindaco della città capoluogo diventa automaticamente anche sindaco metropolitano. I nomi in campo ipotizzati dal Corriere sono dodici, più o meno autorevoli, fatta eccezione per quelli provenienti dall’attuale amministrazione in carica da circa nove anni, i cui risultati pessimi sono confermati dalle classifiche nazionali sulla vivibilità e sono sotto gli occhi dei cittadini tutti i giorni. Per il centrosinistra, il Movimento 5 stelle e demA, è più facile far eleggere candidati sindaco grazie al sistema elettorale a “doppio turno” vigente per i comuni con più di 15 mila abitanti. Gli elettori di questi partiti e movimenti, infatti, tendono per la grandissima parte a convergere, al ballottaggio, sul candidato di queste forze che dovesse primeggiare sugli altri. I partiti di questo blocco, potrebbero anche “apparentarsi”, cioè unire il loro simbolo a quelli degli altri sulla scheda elettorale del secondo turno, stabilendo addirittura a priori una alleanza di governo in caso di vittoria finale. Vorrei soffermarmi però, sulla necessità, per un centrodestra che volesse provare a vincere per la prima volta al Comune di Napoli, di mettere in campo un nome veramente forte e autorevole, capace di vincere al primo turno, considerata, appunto, la naturale propensione delle restanti forze in campo, a compattarsi e convergere sul candidato più a sinistra che arrivi al ballottaggio. De Magistris, ad esempio, senza il doppio turno non sarebbe mai stato sindaco di Napoli con il 28% che conseguì al primo turno nel 2011, avrebbe perso contro il 39% di Lettieri se il sistema elettorale fosse stato quello regionale a turno unico. La naturale convergenza dei voti del Pd al secondo turno ci consegnò l’ex magistrato come primo cittadino. Dunque, l’elezione a doppio turno, sfavorisce il centrodestra, una coalizione che normalmente viaggia unita e compatta già al primo turno e per questo ha grandi difficoltà a raccogliere ulteriori consensi al ballottaggio scontando, peraltro, la tradizionale pigrizia del suo elettorato che non partecipa in massa al secondo turno. Anche Antonio Martusciello, ad esempio, perse con Rosa Russo Iervolino al secondo turno nel 2011 benché al primo turno avesse conseguito una quasi vittoria, il 46%. Tanto è vera questa analisi, che nell’alleanza di governo attuale tra Pd e 5stelle, si discute di nuova legge elettorale per il parlamento per l’introduzione del doppio turno anche a livello nazionale che certamente li favorirebbe contro un centrodestra già unito ai nastri di partenza. Per questo il centrodestra, se vuole vincere a Napoli, e sarebbe la prima volta, ha la necessità di cercare un candidato forte, autorevole, di garanzia, che infonda da subito fiducia anche e soprattutto nell’elettorato moderato. Un candidato capace di prendere un voto in più del 50% degli elettori e vincere al primo turno, perché al secondo sarebbe la solita Waterloo. E dunque, pur considerando le ottime qualità politiche dei due nomi della coalizione di centrodestra citati dal Corriere come possibili candidati, credo che il nome da mettere in campo per questa coalizione debba essere capace di suscitare da subito un notevole entusiasmo non solo nell’elettorato di centrodestra. A questo punto, un nome che possa avere queste caratteristiche va fatto, e lo farò pur consapevole finora non ha manifestato interesse per cariche amministrative di vertice lontane da Roma e che probabilmente resterà di questa opinione. L’unico, anzi, l’unica che potrebbe giungere ad una vittoria a Napoli al primo turno per il centrodestra, è la vicepresidente della camera, Mara Carfagna, già candidata ed eletta con un plebiscito nelle liste regionali e poi comunali della città, un test di rilievo per il gradimento espresso da tanti napoletani. Una persona politicamente capace, competente, moderata, liberale, di garanzia e quindi capace di affascinare anche ampie fette di elettorato storicamente lontano dal centrodestra. Sono convinto che si creerebbe da subito entusiasmo e una larga convergenza in sostegno di un candidato con le sue caratteristiche che al momento sembra possedere esclusivamente nel capo avverso alla sinistra. Magari non è la sola, ma altri nomi, al momento, capaci di primeggiare alla prima tornata, non ne vedo.

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