Parole che richiamano le idee forza più radicali del Carroccio, quelle delle origini, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, che arrivano nel giorno in cui l'attuale segretario Matteo Salvini ha deciso di lanciano il nuovo corso del partito, abbandonando, una volta e per tutte, almeno a chiacchiere, la vocazione nordista, per puntare su un movimento politico di respiro nazionale, da Bolzano a Lampedusa.
Dichiarazioni coerenti con la sua storica politica, quelle di Umberto Bossi, a difesa dei diritti del settentrione d'altronde, la nostra gente del Nord, spiega il senatur, deve vivere tranquillamente e pagare meno residuo fiscale di 100 miliardi di euro.
Parole che rischiano di scatenare un'emorragia di militanti ed iscritti alla Lega di Salvini e di consensi, soprattutto in Campania.
Il primo a lasciare, dopo le dichiarazioni di Umberto Bossi, è Giovanni Tito, fondatore della Lega a Castellammare di Stabia, promotore della lista salviniana alle ultime amministrative, capace di eleggere nella Stalingrado del Sud un consigliere comunale grazie al consenso di oltre 900 cittadini che sentito telefonicamente dichiara: Dopo le dichiarazioni di Bossi e il silenzio di Salvini da questo momento non rappresento più la Lega a Castellammare. Io sono orgoglioso di essere un uomo del Sud”.
Sono stato contattato, in queste ore, da altri iscritti ed ex simpatizzanti della Lega, rimasti stupefatti per le allucinanti dichiarazioni dell'anziano Umberto Bossi e del silenzio assordante del leader Salvini.
Che dire pò della classe dirigente regionale e provinciale del Partito, che non ha ancora compreso la gravità delle dichiarazioni dell'anziano leader.
Dichiarazioni che potrebbe costare, in termine di consenso, parecchi punti già alle prossime elezioni regionali previste per la tarda primavera.
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