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domenica 3 novembre 2019

Reale: la pietra d'inciampo per la destra italiana è il giudizio sul fascismo


Giacinto Reale, vecchio dirigente del Movimento Sociale Italiano a Bari, autore di interessanti saggi sullo squadrismo tra cui ricordo "Racconti Squadristi", se non ci conoscete, di cui consiglio una attenta e approfondita lettura, prezioso collaboratore di questo blog dalla sua pagina Facebook ci offre una particolare chiave di lettura sulla questione della Commissione Segre dimostrando come Fratelli d'Italia abbia un grosso nervo scoperto che se stuzzicato fa andare in tilt il movimento.
A 74 anni  dalla fine del secondo conflitto mondiale, la pietra d'inciampo, come sostiene Reale, di cui condivido il pensiero, per l'italica destra di provenienza fascista e post fascista è il giudizio, anche solo storico,  sul fascismo. (g.p.) 




Le recenti polemiche (ingigantite, a mio avviso, dalle goffe risposte di Berlusconi e Meloni) sulla questione della “Commissione Segre”, dimostrano che Fratelli d’Italia ha un grosso nervo scoperto che, se “stuzzicato” fa andare in tilt il movimento.
E cioè, se nessuno dubita dell’antifascismo salviniano (le stesse sue pose ducesche e gli slogan perentori sono una caricatura del fascismo, quindi, oggettivamente, un servizio all’antifascismo) o di quello berlusconiano (che è ancora in attesa di stringere la mano a papà Cervi ed ha sempre avuto dei suoi alleati ex missini una visione tassinara, “alla Mattei”) qualche problema irrisolto c’è con Fratelli d’Italia.
Una base in buona parte ex missina, più che aennina (finchè l’anagrafe lo consente), un vertice con significative presenze addirittura ex sanbabiline & dintorni, sono, oggettivamente una palla al piede per chi “vorrebbe ma non può” farla definitivamente finita con un passaggio storico ostracizzato.
Senza invischiarmi in una defatigante ricerca in rete delle dichiarazioni (peraltro non tante, credo) in materia della Meloni, credo che esse siano, in genere, all’insegna dello svicolamento, della non risposta, nello stile del “donde vieni?” “porto cipolle”.
Questo rende oggettivamente il movimento debole, costretto a rincorse affannate, come nel caso Segre.
A costo di qualche inevitabile abbandono, credo che l’unica via percorribile, in prospettiva, per FdI, sia quella di un sano e convinto antifascismo, “alla Crosetto”, che significherà rinuncia ad una pur minima rendita di posizione, ma lascerà le mani libere alla leader....per andare dove, si vedrà.

PS: è antipatico dirlo, ma forse non avevo tutti i torti quando sostenevo che la vera pietra d’inciampo nella politica italiana è ancora e sempre il giudizio –anche solo storico- sul fascismo (in questo caso declinato nell’abusiva variante razzista): per chi al “gioco” partecipa, occorre scegliere, o “pro” o “contro”...sennò, sarà sempre “sottoschiaffo”.

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