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venerdì 8 novembre 2019

"A casa voi, non gli operai dell'Ilva". La Lega contro il governo giallorosso alla Camera



Sempre più tensione sul caso dell'ex Ilva, e non solo a Taranto e nelle piazze. La polemica, come era facile prevedere, si è spostata in Parlamento e per la precisione alla Camera dei Deputati dove si è tenuta l'informativa urgente del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.
Nel suo intervento, l'erede di Luigi Di Maio al Mise ha rivolto un appello a maggioranza e opposizione chiedendo di rispondere "in modo unito e unitario", senza "accusarsi vicendevolmente", alla crisi dell'azienda siderurgica a serio rischio chiusura dopo la revoca dello scudo penale ad Arcelor Mittal, il gruppo anglo-indiano che ha rilevato l'ex Ilva dalla famiglia Riva. Inoltre, Patuanelli ha evidenziato la "necessità di un grande atto di responsabilità di tutte le forze politiche.

Un atteggiamento ritenuto inaccettabile per la Lega. "Di fronte a questo disastro tuona il capogruppo leghista Riccardo Molinari, se volete chiamarvi fuori, avete la chance di staccare la spina al governo, perché il governo politicamente finisce oggi". La colpa dell'attuale situazione è da ricercare per l'esponente del Carroccio in una "ideologia", quella del Movimento Cinque Stelle che costerà il posto di lavoro a  "ben 16 mila lavoratori".
Per Molinari, i 5 Stelle "hanno vinto anche sul fatto che il Parlamento è divenuto inutile, perché se non è in grado di opporsi a tutto questo ha perso la sua funzione". Ma, sottolinea ancora il capogruppo leghista, "di fronte a 16 mila disoccupati non c'è logica di maggioranza. Chiedete agli operai dell'Ilva quanto è felice la decrescita". E non è finita qui. La colpa del passo indietro minacciato dagli anglo-indiani è da ricercare, secondo Molinari, in altre teorie del governo giallorosso. "Noi , ironizza il leghista, pensiamo di accogliere gli investitori stranieri facendo tintinnare le manette. Noi ci inventiamo la tassa sulla plastica, i dazi ce li mettiamo da soli. Ci siamo inventati l'ecotassa, la tassa sui poveri, bloccando 5 miliardi di euro di investimenti di Fca a Torino". Per non parlare poi della Tav, su cui - continua - "una forza politica ha fatto prevalere il buonsenso, oggi sull'ex Ilva c'è una maggioranza folle".
Al termine del suo intervento, i deputati leghisti in Aula hanno mostrato uno striscione in più pezzi - e un cartello a testa - con la scritta "A casa voi, non gli operai Ilva". Quindi è stata la volta dei cori al grido di "elezioni, elezioni".

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