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giovedì 17 ottobre 2019

Mercogliano: liste civiche salviniane per allargare gli orizzonti del centrodestra


La vocazione maggioritaria alla base della riforma elettorale, obbligatoria in seguito al taglio dei parlamentari, impone una scelta di campo.
Ma occorre fare i conti con la realtà dei fatti che ci presenta in Campania uno scenario deprimente, nel quale Fratelli d'Italia stenta a crescere, in controtendenza rispetto all'ottimo lavoro che sta svolgendo invece nel resto del Paese. E la Lega, così com'è strutturata, non riesce ad essere quel partito ben radicato sul territorio in grado di far emergere nuova classe dirigente.
Nel contempo, una forza di ispirazione squisitamente cattolica in grado di uscire dalle sacche dell'anonimato politico in questo momento non c'è in Italia e nel Mezzogiorno e, pur volendo essere ottimisti, non se ne vede nemmeno l'ombra in un prossimo futuro.
Resta però, su ogni ragionamento, un dato inconfutabile ed è la fiducia che milioni di italiani - tra questi anche milioni di meridionali di campani e di napoletani - ripongono nella figura politica e nella persona di Matteo Salvini che viene visto come un leader che può ricostruire un centrodestra oggi politicamente impalpabile e renderlo innovatore nell'azione politica e soprattutto capace di unire da Nord a Sud il Paese, superando finalmente campanilismi anacronistici ormai sollevati strumentalmente soltanto dai soliti 'contestatori a prescindere'.
Il progetto 'civico' di ispirazione squisitamente salviniana - nato non in contrapposizione alla Lega, ma che si posiziona su di un binario parallelo rispetto ad Essa - lanciato a Castellammare di Stabia, nella 'Stalingrado del Sud', da Giovanni Tito con questo simbolo molto rievocativo per chi come me proviene da una Destra veramente Nazionale, è una strada interessante attorno alla quale occorre aprire una riflessione allargata a tutte quelle forze civiche e dell'associazionismo cattolico fortemente identitarie, capaci di far scaturire dalla loro mobilitazione un dibattito attorno alle tematiche più sentite come l'identità, la rivendicazione e la riaffermazione dei valori cristiani, la centralità della Famiglia naturale, l'uscita dell'Italia dall'inverno demografico causato dal calo delle nascite, la difesa della vita dal concepimento alla fine naturale, la contrarietà ad ogni forma di dipendenza (droga, alcool, gioco d'azzardo), la ridiscussione dei trattati europei per la regolamentazione del fenomeno migratorio, il ruolo dell'industria italiana nel panorama internazionale, le regole del mercato del lavoro e la rimodulazione della politica economica dell'Italia in Europa.
Oltre, ovviamente, alle questioni dei territori che, per quanto riguarda Napoli, partono tutte dalla necessità impellente della prossima Giunta che sarà eletta alla guida di Palazzo San Giacomo nel 2021 di tirare fuori la città dalle politiche nichiliste di De Magistris e dal disastro economico finanziario ed amministrativo causato dal suo sciagurato decennio del nulla politico, che ha fatto di Napoli un deserto industriale ed una città pesantemente degradata ed abbandonata a se stessa.
Su queste basi si può costruire un progetto valoriale di respiro Meridionalista ed un programma politico locale che abbia nel centrodestra e nella figura di Matteo Salvini il perno centrale e che possa lavorare al fianco della Lega e di tutte le forze sia civiche che politiche in campo al fine di dare nuovo slancio in vista delle regionali alla coalizione in Campania e nelle regioni meridionali chiamate al voto nel 2020, ponendosi l'obbiettivo di scuotere le coscienze di tutti sull'esigenza di creare un laboratorio politico dal quale emerga davvero quella classe dirigente in grado di superare la stagione dei nominati e far crescere il progetto di una nuova dimensione del Mezzogiorno nell'Italia che sarà governata - è questo l'auspicio - da un rigenerato centrodestra a trazione salviniana.
Se queste sono le premesse, se dovesse prendere piede questo sfidante progetto, allora potrei starci ed abbracciarne la causa.
Staremo a vedere.
Intanto, si parla di "stati generali" del centro destra in Campania.
Faccio mie, al riguardo, le considerazioni scritte ieri mattina sul Corriere del Mezzogiorno da Alessandro Sansoni, Direttore di Cultura Identità, che auspica che l'iniziativa "non si riduca a una passerella" ma che, al contrario, possa essere l'occasione giusta per lanciare una proposta complessiva che lui individua nel referendum per la Macroregione autonoma del Sud "come possibile risposta all’autonomia differenziata".
Una prospettiva che, come lui stesso scrive, sappia "riscaldare i cuori della gente con un po’ di sano orgoglio meridionale, aprendosi e chiamando a raccolta le migliori energie del territorio, consapevole che Napoli e la Campania restano strategiche se si vuole affrontare l’irrisolta Questione Meridionale".
Guai però, aggiungo io, a pensare che questo processo in fieri nel centrodestra campano possa fondarsi soltanto attorno alla Lega e a Fratelli d'Italia. Queste due compagini, infatti, da sole e senza lasciare spazio alle esperienze civiche e ai movimenti della base sorti nei comuni nelle città e finanche nei singoli quartieri non sarebbero in grado di attrarre la società civile e le eccellenze di pensiero che continuano a tenersi lontane dei partirti per i problemi che essi stessi non riescono a superare. Pensare di sconfiggere De Luca prima e soprattutto le sinistre del dopo De Magistris successivamente senza la spinta propulsiva delle esperienze che ancora non si sentono rappresentare dai contenitori tradizionali non in grado di raccoglierne le istanze, significherebbe consegnare ancora una volta la Regione Campania, quindi il Sud, alle sinistre e condannare Napoli ad un altro decennio di sinistre e centri sociali alla guida della città.
Da queste premesse parte l'iniziativa di Giovanni Tito per la Campania che valuto con attenzione anche per Napoli: radicare capillarmente questo progetto civico in ogni comune della Campania ed in ogni quartiere della nostra città in vista delle regionali 2020 e delle amministrative 2021.
Sarà da questo duplice banco di prova che verificheremo insieme se saremo riusciti davvero ad "infiammare i cuori" dei campani e dei napoletani per liberare finalmente la nostra Regione e la sua città capoluogo Napoli da tutte le sinistre.

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