In un lungo intervento manifesto pubblicato oggi su Il Foglio, l’ex governatore della Lombardia ed ex segretario della Lega, Roberto Maroni, ragiona sulle due piazze contrapposte di Matteo Renzi e Matteo Salvini e lancia una forte provocazione.
"La piazza della Leopolda di Matteo-R e quella romana di Matteo-S (in ordine alfabetico, non di importanza...) rappresentano una novità non da poco nella politica di oggi e soprattutto in quella che presto arriverà . Lo show di ’Porta a porta’ non è stato solo lo specchio dell’ego narcisistico. Nella "Terza Camera" è stato piantato il seme di un progetto ambizioso di leadership futura, che vede i due Mattei diversi ma simili, avversari ma alleati nella ricerca dell’egemonia (rottamatoria) nei rispettivi campi: Renzi nei confronti del vecchio mondo di sinistra-centro guidato da un gruppo dirigente troppo timido, Salvini verso quel centrodestra berlusconiano ormai decrepito che lui considera già in archivio, nonostante la presenza, in piazza, di tutti gli storici attori".
"Non a caso Salvini ha sparigliato con la professione di fedeltà all’euro, e Renzi alla Leopolda ha ingaggiato (pensate un po’) i guru della campagna di Trump. Chissà quindi che non abbia ragione il direttore Cerasa, che sabato scorso sul Foglio ha lasciato intendere che in un futuro non troppo remoto non è da escludere un accordo Renzi-Salvini (di combinazioni strane in fondo ne abbiamo viste tante,no?) per formare un governo del super-cambiamento capace di rottamare quel che resta della classe politica di oggi. Incontri ravvicinati del terzo tipo
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