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domenica 6 ottobre 2019

Da Varese parte il nuovo corso della Lega. Giorgetti: apriamoci ad idee nuove

Nella serata di venerdì 4 ottobre, presso il circolo leghista di  Bizzozero (rione popolare di Varese) si è svolta, alla presenza di oltre 250 persone, tra simpatizzanti, militanti e dirigenti del Carroccio alla quale ha preso parte anche Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio.
Di questa manifestazione della Lega e del nuovo corso del movimento politico fondato da Umberto Bossi e guidato da Matteo Salvini, ci parla, con maggiori dettagli, Riccardo, nostro lettore varesino, presente all'incontro che ci ha mandato un suo contributo che pubblichiamo volentieri.



"Siamo sempre gli stessi, ma non possiamo rimanere sempre gli stessi. E lo dico a Varese, perché è qui che tutto è partito." E dove, forse, la Lega è ripartita dopo lo shock dell’uscita dal Governo. 
Davanti ad un nutrito gruppo di simpatizzanti, militanti e dirigenti leghisti, Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, ha aperto una nuova via al partito. Ovviamente senza dimenticare le storiche radici della Lega.
Giorgetti, dopo aver ricordato che Umberto Bossi, storico fondatore della Lega, ci ha insegnato a fare politica in mezzo alla gente,  precisa che accanto alle battaglie di sempre, ovvero l'immigrazione, la libertà economica, la scuola, abbozza ad un "nuovo corso", in virtù del quale è necessario aprire il partito ad energie nuove, evitando che il partito si chiuda in sé stesso.
Dobbiamo sfidare, precisa Giorgetti,  la possibilità che possa arrivare qualcuno più bravo di noi, che possa portare idee nuove e aiutarci nella nostra battaglia che noi facciamo a mani nude contro chi decide come va il mondo».
La Lega, per Giorgetti, ha di fronte solo una via. Che non è più la secessione o l’uscita dall’Europa, «che semmai va cambiata», bensì quella di «fare politica sui territori e in mezzo alla gente. Con la consapevolezza che noi siamo la fanteria e gli altri sono l’aviazione e hanno i missili supersonici. Anche se alla fine non controllano i territori. E per farlo abbiamo anche lanciato la provocazione della legge elettorale in cui chi vince governa e chi è eletto deve rispondere ai suoi elettori e al territorio. Non come succede adesso».
Insomma il recente passato è passato. Il pericolo dello smottamento è scongiurato e anche sulle ventilate divisioni interne Giorgetti ci passa sopra come un treno: «La perdita di voti era nei desiderata di chi monta storie di tutti i tipi. Come anche le divisioni, che non esistono». Anzi il leghista, in apertura d’intervento, ironizza: «L’uscita dal governo ha avuto addirittura un effetto tonificante per quanto riguarda l’entusiasmo. E devo anche dire che in tanti a Roma non capiscono il perché ci sentiamo più sollevati».
L'uscita dal governo Conte per Giorgetti era inevitabile. D'altronde i leghisti sono usciti a testa alta, convinti di aver lavorato nell'interesse esclusivo della nazione, facendo ciò che è stato possibile fare. Abbiamo sopportato, ricorda Giorgetti, di tutto e di più per portare avanti l'impegno che abbiamo assunto nei confronti dei militanti della Lega e dei milioni di italiani che ci hanno votato, ma non era possibile andare oltre.
Per quanto riguarda il tema delle alleanza, Giorgetti è stato chiaro e limpido, aprendo anche ad una rinnovata alleanza con Forza Italia dichiarando: io sono anche d'accordo, ma non capisco i distinguo di alcuni forzisti.






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