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lunedì 30 settembre 2019

Referendum sulla legge elettorale, la Lega deposita il quesito in Cassazione


Dopo il sì di otto regioni (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna Piemonte, Abruzzo, Basilicata e Liguria) questa  la Lega ha depositato in Cassazione il quesito per il referendum sulla legge elettorale.
Matteo Salvini, all'assemblea degli amministratori locali della Lega e del centrodestra a Milano lo scorso 14 settembre, aveva lanciato, come idea forza  la proposta di un referendum abrogativo della parte proporzionale dell'attuale legge elettorale, il Rosatellum, lasciando solo la parte maggioritaria. Sul referendum abrogativo l'articolo 75 della Costituzione riserva l'iniziativa referendaria ai cittadini (e in questo caso occorrono le firme di 500.000 elettori) o di 5 Regioni.
Questa mattina il leghista Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, che ha definito il referendum "Popolarellum", visto che a "decidere sarà il popolo" si è presentato in piazza Cavour a Roma. Con lui i rappresentanti dei consigli regionali che hanno dato il via libera alla consultazione voluta da Salvini. 
"Con una legge elettorale completamente maggioritaria si impediranno le nascite di governi come l'attuale che mettono insieme minoranze che vanno a fare una maggioranza di palazzo", ha dichiarato Calderoli all'arrivo al Palazzo di Giustizia. "Non temo rifiuti dalla Corte Costituzionale, ha precisato l'esponente leghista,  otto Regioni, molto al di sopra delle cinque richieste, e soprattutto in rappresentanza di tutto il Nord, del Centro, del Sud e delle Isole del Paese, hanno deliberato la proposta di un referendum abrogativo della legge elettorale, in modo tale che nasca un sistema completamente maggioritario, ovvero l'elettore sceglie chi andrà a governare e chi perde andrà all'opposizione".
L' aver depositato il quesito oggi consentirà molto probabilmente a Salvini di ottenere il referendum già nella prossima primavera, innescando una corsa contro il tempo con l'attuale maggioranza giallo-rossa, che dovrà approvare il taglio dei parlamentari abbinato a una riforma elettorale in senso proporzionale. Un'ipotesi, quest'ultima, che però Calderoli ha escluso: "Se il Parlamento intervenisse adesso, sarebbe "come uno che va a rubare il lecca lecca ai bambini, modificando la legge all'ultimo momento".

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