Certe scene disturbano e io non l'avrei permesso, tuona il tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia al valor militare, ferito nel 1993 nel corso di una missione in Somalia. commentando l'ascolto dell'inno di Mameli in spiagge, mentre le cubiste ballavano, davanti al ministro dell'Interno a Milano Marittima.
Non entro nel merito dei comportamenti dei singoli politici, precisa Paglia, già deputato della Repubblica, eletto nelle file del Popolo delle libertà nella XVI legislatura, tra i fondatori di Futuro e libertà , perché ognuno interpreta la politica come meglio credo, d'altronde io ho sempre rispettato tutti e tutto, anche chi mi ha sparato il 2 luglio del 1993.
Posso dire, precisa il tenente colonnello, che da ex parlamentare e da uomo che si onora di indossare l'uniforme, credo nei valori e nelle parole scritte nell'Inno che non è la classica strofa che si canta prima dell'inizio di una partita di calcio.
Quel testo è pieno di simboli che ci rappresenta come il Tricolore dichiara Paglia che precisa: quando si giura fedeltà alle istituzioni o si canta siam pronti alla morte, non è una semplice esibizione, ma qualcosa di più profondo.
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