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martedì 18 giugno 2019

Cgil, il tradimento: il 20% degli iscritti ha votato la Lega sovranista e nazionalista di Salvini

Piazze rosse, urne giallo-verdi. Con queste poche parole Pietro Nenni spiegherebbe cosi il paradosso della Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil): mentre il neo eletto segretario Maurizio Landini lancia l'idea forza di uno sciopero generale contro il governo, una ricerca Ipsos dimostra come alle elezioni europee di domenica 26 maggio quasi il 40% dei tesserati al principale sindacato italiano abbiamo votato, in ugual misura, o per il Movimento Cinque Stelle o per la Lega.
Numeri da un think tank di destra, più che da sindacato di sinistra.
Del voto operaio della Lega si parla da oltre un ventennio. Molti tesserati al sindacato di sinistra residenti in Lombardia, Veneto, Piemonte votavano la Lega autonomista e federalista di Umberto Bossi. Ora con la svolta sovranista e nazionalista di Salvini i consensi provenienti dal sindacato sono addirittura aumentati.
Infatti alle Europee di domenica 26 maggio il 44% degli iscritti al sindacato ha votto per il Partito Democratico, il 19,9% il Movimento Cinque Stelle, il 18,5% la Lega.
. Risultati che fanno il paio con gli indici di gradimento di Giuseppe Conte (58%), Luigi Di Maio (39) e di Salvini (44).
Maurizio Landini, pungolato su questo argomento, dai colleghi giornalisti nel corso di una puntata di Otto e mezzo, il programma di approfondimento politico in onda su la7 ha glissato sull'argomento, rivendicando come la maggioranza degli iscritti sia contro il governo giallo-verde.
Chi gli è stato vicino in questi giorni giura che il segretario non ne fa una questione personale: “Più che chiedersi perché gli iscritti votino Lega – riferisce chi gli ha parlato– vorrebbe che ci si domandasse perché chi vota Lega è iscritto alla Cgil”.
Una fuga in avanti per leggere i dati alla luce del pragmatismo: i lavoratori si iscrivono alla Cgil perché ritengono li rappresenti meglio sul lavoro e allo stesso modo votano la Lega o il Movimento Cinque Stelle perché credono siano la miglior soluzione per il Paese. Ogni ideologia rimane fuori, contano rapporti di fiducia e il criterio dell’utile.
D'altronde come sostiene Gianfranco Pasquino, politologo con un passato nella sinistra indipendente: Salvini si è impadronito di due temi chiave per i tesserati: l'immigrazione che viene vista come una sfida occupazionale per cui la Lega assicura di proteggere i posti di lavoro dall'avanza straniera e la sicurezza, problema molto sentito da operai e pensionati iscritti al sindacato.
Pasquino non condivide le risposte che da Salvini ma almeno, a differenza della sinistra, di governo o di opposizione, alcune risposte le dà.
D'altronde il sindacato viene sempre più percepito come un fornitore di servizi più che come un trasmettitore di valori o un contenitore politico. Per cui un lavoratore si iscrive alla Cgil, apprezzandone l'aiuto sul lavoro, salvo poi votare la Lega, il Movimento Cinque Stelle ed in minimi parte anche gli altri partiti di destra.




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