Domani i cittadini spagnoli saranno chiamati al voto in un paese fortemente polarizzato. Sono le terze elezioni politiche negli ultimi quattro anni, che dovranno scongiurare l’ingovernabilità che rischia un Congresso diviso in due grandi blocchi: da un lato, i socialisti del Psoe e la sinistra radicale di Podemos, e
dall’altro, il Partito Popolare, Ciudadanos e Vox. E quindi i voti dei partiti regionali catalani e baschi potrebbero rivelarsi fondamentali.
In testa a tutti i sondaggi e’ il premier socialista, Pedro Sanchez, che pero’ teme l’ascesa dell’estrema destra, che ha rivoluzionato il panorama politico del Paese e con il quale i conservatori ora si sono detti pronti a governare. Assolutamente marginale nella politica spagnola dopo la fine della dittatura di Francisco Franco nel 1975, l’estrema destra potrebbe entrare nel Congresso con il partito Vox, praticamente sconosciuto fino a un anno fa e che ha fatto irruzione nella scena politica spagnola a dicembre, alle elezioni regionali in Andalusia, quando ha ottenuto quasi l’11% dei voti e 12 seggi nel ’parlamentino’ regionale.
Stavolta il partito, identitario, sovranista e nazionalista potrebbe entrare in Parlamento: i sondaggi gli assegnano trenta seggi e circa il 10% dei voti.
Una prospettiva che i socialisti hanno utilizzato per mobilitare l’elettorato: potrebbero infatti essere defenestrati dal governo da un eventuale accordo tra il Partito Popolare, i liberali di Ciudadanos e Vox, cosi’ come accaduto nel feudo
andaluso ad inizio d’anno. "Questo rischio esiste: se domenica prossima le tre destre si sommano, avremo Pablo Casado come presidente, Albert Rivera come accompagnatore e l’estrema destra al comando", ha messo in guardia il premier. Sanchez si e’ esposto perchè poco prima Casado si era detto pronto, per
la prima volta in maniera esplicita, a governare con Vox: "Alla fine, Vox o Ciudadanos che ottengano 10 seggi o 40, avranno l’influenza che vorranno avere per entrare nel governo o per decidere la legislatura". Il leader dei Popolari ha poi
invitato al "voto utile" per cercare di contenere i socialisti del Psoe e per convincere delusi e indecisi. Perche’ l’altra incognita sono proprio gli indecisi, calcolati in quattro milioni
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